Alberto Leonardis (foto Ansa)

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Alberto Leonardis, l'editore volante

Marianna Rizzini

Chi è il fondatore del gruppo editoriale Sae (Sapere aude editori), dall’Abruzzo con furore, e in alto verso un polo di comunicazione integrata a capitale tutto italiano

Quando gli hanno chiesto “ma che per caso vuoi fare politica?”, ha detto: “Fossi matto”. E quando, insistendo, gli hanno fatto notare che, per un abruzzese come lui — l’imprenditore, manager ed editore Alberto Leonardis — la mossa fatta qualche anno prima, quella di acquisire il primo quotidiano della regione, Il Centro di Pescara (presto rivenduto), era parsa ad alcuni, in qualche modo, mossa anche politica, lui ha risposto che no: uno dell’Aquila che acquisisce il primo quotidiano della regione e poi, dopo averlo rilanciato, decide di rivendere tutte le quote, beh, diceva, in realtà sta facendo tutt’altro: “Se avessi voluto far politica sarei rimasto, sono un sognatore, non posso”, è il LeitMotif di Leonardis (che in un’intervista a “Economy” si è anche definito “un socialista libertario” che pensa sia giusto “preoccuparsi della redistribuzione dei redditi per arginare le diseguaglianze, ma sempre rispettando la libertà d’iniziativa individuale”). E dunque, mentre l’Abruzzo è andato al voto, lui, Alberto Leonardis, uomo che nella sua regione e anche fuori dalla sua regione conosce bene parlamentari ed ex ministri di centrosinistra e di centrodestra, ma li guarda con occhio da entomologo della comunicazione istituzionale e non, oggi continua a fare il suo mestiere di “deal maker”: colui che mette insieme capitali attorno a un’idea (di solito, la sua).

E oggi Leonardis guarda il cielo sopra Milano, città in cui vive e lavora, e quello sopra al Gran Sasso, montagna adorata nell’adorato Abruzzo, lavorando per riportare al Gran Sasso quel che Milano offre, sotto forma di capitali reinvestiti per promuovere lo sviluppo locale, e ricordando a se stesso il prossimo obiettivo: costruire il primo grande polo indipendente di comunicazione integrata e radicata nel territorio, facendo volare la realtà azionaria e imprenditoriale presente, messa in piedi da un lato comprando quotidiani, cosa che Leonardis ha fatto alla testa di una cordata di imprenditori nel 2022, quando, con il suo gruppo editoriale Sae (Sapere aude editori), ha acquisito dal gruppo Gedi La Nuova Sardegna, e ancora prima nel 2020, quando, sempre dal gruppo Gedi, ha acquisito il Tirreno, La Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara.

Dall’altro, Sae ha puntato altrove, come un mese fa, quando ha acquisito Different, agenzia fondata, tra gli altri, da Davide Arduini, già presidente di Una, e Andrea Cimenti: primo passo verso un nuovo modello di business che punta anche alla creazione di contenuti audiovisivi, con aumento degli utili (da reinvestire appunto anche nel territorio) e fidelizzazione dei lettori-clienti-fruitori tramite abbonamento, in una sorta di schema Netflix tutto italiano, sospeso tra carta stampata e siti web, organizzazione eventi, comunicazione istituzionale e comunicazione aziendale, con piazzamento presso nuovi mercati (i quotidiani locali di Leonardis prevedono, tra i progetti speciali, un dorso scritto dagli studenti delle medie e delle superiori, e Sae sta per lanciare un portale Erasmus scritto in inglese, con sede redazionale a Modena). Il tutto seguendo il filo conduttore della diversificazione di ruoli all’interno della professione giornalistica, vista come attività non più soltanto di scrittura, e con la costante presenza del gruppo di amici abruzzesi con cui Leonardis è cresciuto e che lo affiancano da sempre nell’impresa e nelle imprese (anche cioè nel tempo libero). Tra gli altri, gli advisor Marco Racano e Massimo Briolini, il direttore Sviluppo Giulio Fascetti e il nuovo direttore editoriale Luciano Tancredi, ex compagno di banco per tutto il corso di studi di Leonardis, dall’asilo all’Università, già direttore relazioni esterne, istituzionali e comunicazione in varie realtà private e pubbliche, dalla presidenza del Consiglio a Fincantieri, poi direttore di quattro dei quotidiani del gruppo (Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio Emilia e Nuova Ferrara). Ora il suo focus sarà sui nuovi prodotti editoriali, dai siti verticali su turismo e food&wine al suddetto portale dedicato al mondo Erasmus e scritto dagli studenti Erasmus, sia con racconti in presa diretta (in stile “L’Appartamento spagnolo”, film icona dei soggiorni all’estero diretto da Cédric Klapisch nel 2002), sia con reportage, suggerimenti, numeri, informazioni sull’esperienza di studio internazionale. 

Due sono i pilastri della visione Sae: no alle fake news, comprese quelle che rimangono in rete cent’anni, infangando l’oggetto della notizia stessa, e sì al modello “whatsapp” tipico della stampa locale: il giornale locale, è l’idea, è il luogo ideale seppure immateriale dove le persone si incontrano, ed è strumento connesso profondamente con il territorio, ma anche, come nel caso delle testate acquisite da Leonardis due anni fa, una realtà con una storia e un’autorevolezza radicata da decenni. Fatto sta che non c’è riposo o momenti di pigrizia, dice chi lo conosce, nella mente di Alberto Leonardis, aquilano cinquantasettenne cresciuto tra mondo delle professioni e dimensione agricolo-pastorale, da figlio di medico anestesista e nipote di un coltivatore di zafferano quale è, in seguito tre volte padre di figlie femmine, avute da due madri diverse, e oggi marito di una donna senza cui, dice un amico, “Alberto si sentirebbe un nulla, anche sul lavoro”, lavoro in cui dalla mattina alla sera Leonardis si fa tessitore di amicizie e conoscenze anche internazionali che fanno giri immensi ma sempre lì ritornano: all’Abruzzo in nome del quale ora l’editore sta mettendo in piedi un’associazione di nome Extra, per raggruppare i conterranei di successo che abbiano a cuore le sorti anche economiche della regione natìa e per mettere in agenda l’intento di far funzionare meglio il meccanismo spontaneo circolare di andata e ritorno di cervelli (non in fuga) che permetta di raccogliere ancora una volta capitali attorno a un’idea, in uno scheda di matrioske virtuose che portano ad altri investimenti. Praticamente, l’attività in cui Leonardis eccelle da quando era detto “il Biondo” per via del ciuffo chiaro e inamovibile, anche abbinato agli occhiali dalla montatura nera e squadrata. E il Biondo, anche detto “l’umanista” (Leonardis è laureato in Pedagogia con specializzazione in Filosofia e master in Comunicazione d’impresa), oggi con Sae e Sae Sardegna (sede legale a Sassari), punta ai 100 milioni di fatturato nei prossimi due anni, e non ha timore di definirsi uomo di relazioni. Porta infatti con nonchalance, rivendicandolo, il passato da lobbista, con lungo e corposo curriculum tra Telecom ed Ernst&Young (EY) – dove Leonardis ha lavorato con Donato Iacovone, ex ad di EY Sud Europa e presidente del cda di Webuild, oggi chiamato a presiedere il cda di Different – e ancora tra Microsoft, Siemens Medical Solutions e Oracle Italia. Un passato, quello di Leonardis, in cui ancora prima dell’attività di relazione, e a un punto di svolta della carriera, era comparso il compianto sociologo Domenico De Masi, anche noto, dopo il 2013, per l’amicizia poi in parte sfiorita con Beppe Grillo. 

Antefatto vuole, comunque, che il Leonardis delle origini trovi un primo impiego di rilievo, dopo un periodo di studio altrove, proprio nel suo Abruzzo, nella comunicazione della Scuola Superiore del gruppo Telecom, e che con De Masi cominci a lavorare attorno alla costruzione di un consorzio per quello che oggi si chiama smartworking e allora “telelavoro”. Al progetto partecipava Eurobic, società per cui Leonardis (cui il lavoro da dipendente stava stretto e le relazioni con capi del personale e rappresentanti sindacali ancora di più) si candida nel ruolo di emissario a Roma, con l’incarico di sviluppare il business attraverso una rete di conoscenze, dunque facendo attività di lobbying, parola che nel suo caso non è mai stata parolaccia. Da lì a oggi è stato un susseguirsi di progetti con il pensiero fisso al posizionamento forte nel panorama italiano ed europeo, ma con capitale autoctono ed espansione come si è detto in varie aree, dalla comunicazione d’impresa e degli enti pubblici alla produzione di reportage all’integrazione di informazione stampata e web all’organizzazione di eventi. Tuttavia l’editoria non è stata il primo amore professionale di Leonardis, anche se dal momento del primo incontro è stata passione a prima vista: a un certo punto della sua ascesa professionale, infatti, l’allora imprenditore e manager delle comunicazioni conosce il direttore del Corriere delle Comunicazioni Gildo Campesato, l’uomo che gli chiederà una mano per trovare capitali a supporto del rilancio del giornale. Ed è lì che lo schema futuro comincia a delinearsi: Leonardis, che oggi anche plasticamente punta alla vetta delle comunicazioni dal roof del palazzo milanese in cui la sua holding ha il nuovo e avveniristico quartier generale, mette insieme attorno al Corriere delle Comunicazioni i capitali di vari soci. Segue l’operazione di acquisizione dell’agenzia Dire con l’amico Gianni Giovannetti, e la suddetta acquisizione del Centro. Sia la Dire sia Il Centro vengono però rivenduti a stretto giro, poi qualcosa cambia, e il Leonardis editore diventa prevalente rispetto al Leonardis uomo d’affari, fino alla metamorfosi in produttore, non in campo cinematografico ma con simile ruolo di professionista della raccolta di investitori attorno a un progetto, nel suo caso sempre più ambizioso progetto nel campo dell’informazione integrata (nel mezzo c’è il trasferimento a Milano, anche per via dell’incaponimento e amore per la città della moglie e braccio destro di Leonardis). Le perdite, come nel caso del primo periodo vissuto alla testa dei quotidiani locali rilevati da Gedi, vengono messe in conto nel momento embrionale del rilancio di un’impresa, con l’obiettivo di un bilancio positivo a fine anno, da raggiungere anche in parte passando attraverso le forche caudine del ridimensionamento dell’organico (con prepensionamenti e cassa integrazione, contestati a suo tempo nelle redazioni acquisite), ma dall’altro con l’implementazione di progetti speciali, come il progetto scuola lanciato con la Nuova Sardegna per posizionarsi in un settore ancora relativamente inesplorato. Intento: stimolare la curiosità e quindi la lettura presso le giovani generazioni e aumentare l’autorevolezza e di conseguenza la resa economica della testata, cosa che permette ulteriori investimenti. L’autorevolezza porta risorse, è il concetto che i collaboratori di Leonardis conoscono bene, al pari dell’ossessione per il futuro. Pensare al futuro, cioè: comprare altre società di comunicazione d’impresa e organizzazione eventi per inserirle nella holding, lungo un perimetro di diversificazione dell’offerta e, all’interno, di sperimentazione di nuovi ambiti professionali per giornalisti e manager, aumentando nel contempo il fatturato dell’intero gruppo per proteggere la parte in teoria più debole, quella editoriale. Su questa Sae vuole agire “a contrario”: “Ripartire dall’ambito locale per cambiare verso e restituire fiducia alle sorti dell’editoria quotidiana. E dalla sua forza di prossimità, immediatezza, identità riposizionare un modello di informazione (cartaceo + digitale) di qualità, più vicino alla realtà del paese e alle aspettative e ai bisogni dei suoi cittadini”, nella convinzione che “il benessere di una democrazia passi anche attraverso un modello informativo qualitativamente ‘alto’ ”. Tornare al futuro, è il motto del gruppo e di Leonardis medesimo – che pure spesso torna anche al passato, con il gruppo suddetto di abruzzesi di successo, fedeli compagni di sciate, pranzi al mare e feste rimaste a lungo impresse nella memoria degli astanti.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.