Al Maxxi per la presentazione dell'opera Non uccidere dedicata al 75° anniversario della Costituzione (LaPresse) 

Miracolo al Maxxi. Presentata, con Mattarella, un opera di Isgrò. E Sangiuliano: “Non esiste l'arte di destra”

Giuseppe Fantasia

Il presidente del museo Alessandro Giuli, uomo culturalmente di destra, che cita il partigiano Calogero e il ministro della Cultura che non parla di egemonia della sinistra ma dice "L’arte è arte”. E non cita neppure Prezzolini. Bravo!

L’arte è di destra o di sinistra? Ci voleva Emilio Isgrò per far dire al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che “l’arte è arte”. E per giunta, stavolta, senza citazioni di Prezzolini e senza riferimenti al pensiero “conservatore”. un miracolo? Quasi. Ieri pomeriggio, al museo Maxxi presieduto da Alessandro Giuli, Isgrò ha presentato, in occasione dei 75 anni della Costituzione italiana e davanti al presidente Sergio Mattarella, una sua opera che nasce dalla collaborazione a quattro mani con l’architetto Mario Botta: un monumentale bassorilievo in pietra del Sinai articolato in undici elementi e da una architettura in cedro del Libano. L’installazione, magnifica, è stata collocata nella grande piazza prospicente al museo Maxxi e dedicata ad Alighiero Boetti.  

  

Come tutti sanno, Isgrò è il  maestro assoluto del cancellare artistico, per lui un modo – ha più volte spiegato – di “dire no alla morte per dire un sì potente alla vita”. E non è dunque un caso se l’installazione è stata intitolata “Non uccidere”. Isgrò ha riproposto le tavole bibliche dei Dieci Comandamenti, interpretati come fondamento morale della società civile, ma sulle iscrizioni è intervenuto con la sua cancellatura, lasciando in evidenza solo il quinto comandamento: “Non uccidere”, appunto. “Quello tra le sue cancellature e l’architettura di Botta è un intreccio sapiente che ci restituisce un potente messaggio temporale che tuttavia va a incastonarsi nell’urgente, tragica attualità dei nostri giorni”, ha detto Giuli, presidente del Maxxi. “È un comandamento che è più solenne degli obblighi etici e morali ed è un principio inderogabile sotteso alla nostra Costituzione”, ha aggiunto, citando poi, lui che è uomo culturalmente di destra, il partigiano Guido Calogero come fonte di ispirazione: “Le fedi possono dividere gli uomini, il dovere di comprendersi li riunisce”.

 

E la cosa, insomma, con la citazione del partigiano Calogero da parte di Giuli ieri si è fatta densa. E interessante. Anche perché, poco dopo, Isgrò ha pronunciato queste esatte parole, rivolgendosi anche al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano presente in sala: “C’è voglia di cambiamento anche nell’arte, ma non c’è arte di destra o di sinistra, come non esiste il ciclismo di destra o di sinistra. Si pedala tutti nello stesso modo”. Sicché dopo è accaduto una specie di miracolo. Infatti Sangiuliano, che pure aveva animato dibattiti (pre-elettorali) sulla necessità di recuperare a destra l’egemonia culturale conquistata dalla sinistra, quando ieri gli è toccato di parlare, per un attimo ha sollevato lo sguardo dal discorso che gli era stato preparato e ha detto (a braccio) ai presenti: “Ha ragione il maestro Isgrò. Non esiste un arte di destra o di sinistra. L’arte è arte”. Interessante anche notare che, per una volta, il ministro della Cultura, mentre attribuiva al significato “non uccidere” un’impronta prettamente occidentale, con un implicito riferimento alla guerra in Ucraina e agli attentati terroristici contro Israele, non ha citato Prezzolini. Né i conservatori. Bravo!

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