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L'INTERVISTA

L'energia e la sensibilità di Micaela Legnaioli. Da New Delhi a Roma

Giuseppe Fantasia

La mostra The Enchanted Garden, esposta al Circolo degli Esteri, ospita quindici opere del tutto inedite. Segni e colori che raccontano storie di oggi e di ieri

La materia e il suo valore, poco importa quale sia la sua natura. Quella su cui si basano i lavori di Micaela Legnaioli finisce sempre col fondersi con segni e colori che raccontano storie di oggi e di ieri. La sua è iniziata a New Delhi, la città dove è nata, e continua dalla fine degli anni Ottanta a Roma, quella d’adozione. Il suo è un percorso artistico che enfatizza l’idea di un qualcosa capace di generare a sua volta nuove forme e nuove dignità che meritano attenzione e cura, una vera e propria ricerca concettuale focalizzata sullo studio dell’identità degli individui, sulla coppia e sulle tracce che ogni essere umano è in grado di lasciare in vita, con o senza la sua volontà. L’artista, sempre elegante nei modi come nello stile, si affida a una sensibilità e a un’energia tali da toccare punti profondissimi, diretti ad una risalita emozionale che attrae e conquista. Le sculture della serie Gabbie Dorate fanno da esempio, come Le foglie nel vento – ‘avvolte’ dalla purezza del colore bianco – le Impronte e le Tracce. “Tutti i miei lavori, in particolare i Profili, realizzati non troppo tempo fa – spiega al Foglio – si identificano con il percorso di formazione e maturazione di ogni essere vivente, ciascuno con le proprie ansie, preoccupazioni, speranze, ambizioni, gioie e desideri”.

Se in questi giorni sarete a Roma, il Circolo degli Esteri ospita quindici sue opere del tutto inedite, protagoniste della mostra The Enchanted Garden, presentata qualche giorno fa dall’ambasciatore Umberto Vattani, fondatore della collezione di Arte contemporanea del Ministero degli Esteri, arrivata a più di settecento opere. “Quello che sono riuscita a realizzare è il mio giardino incantato che ho sempre visto come una cosa poetica perfetta per lasciare spazio all’immaginazione”, aggiunge l’artista, “un posto speciale che fa parte del ciclo Naturae, interamente dedicato al dialogo tra l’uomo e la natura fatto di colori, profumi, forme e sensazioni”. Le opere, realizzate attraverso la tecnica dell’ossidazione di lastre metalliche, sono corrose mediante l’azione di agenti ed acidi che ne accelerano il naturale processo. “Nelle stesse non inserisce alcun pigmento di colore – dice la curatrice Brigida Mascitti - ma è la sola reazione chimica del metallo a determinare la colorazione stessa delle lastre, dai toni freddi del verde e dell’azzurro ai più caldi rosa, bronzo e giallo”. “Leggendo queste righe di spiegazione tecnica e descrittiva senza però la visione delle opere in esame – precisa la curatrice - si stenterebbe a credere che in realtà la rappresentazione dei soggetti sono di una finezza senza eguali, di una sottigliezza che solo un tratto fortemente segnico concettuale, un tratto profondo di sentimenti, è in grado di lasciare”.

Eccole, dunque, al secondo piano dell’edificio, le distese di girasoli, peonie, ortensie, margherite, papaveri e calle, un insieme di fiori ricchi di significato visivo ed emozionale. Non è certo un caso se i titoli scelti per quelle opere - Another day in paradise, Happy Pond, True Emotions, Nothing Hidden, Here we Are e Still Alive –siano evocativi di sensazioni espressive forti che scaturiscono dall’osservazione delle opere stesse. “Sono tutte sensazioni, prese di coscienza, del rapporto più profondo e toccante con il proprio io ma al contempo di armonia con il mondo esterno, che sembra essere benevolo nell’accogliere i sentimenti di ciascun individuo per farli propri mediante la delicatezza dell’incontaminato, del verde e della natura tutta”.

“Un mondo apparentemente esterno – tiene a precisare Mascitti - simile ad una sorta di giardino paradisiaco o incantato, un Eden, che però apre, con uno sguardo più profondo, ad un luogo intimo ed interiore, segreto, profondo a ciascuno di noi”. Un luogo familiare ed estraneo allo stesso tempo in cui riconosciamo dei segni astratti, identificabili nei fiori, che ci inviano un messaggio di speranza, di gioia, di conforto ma anche di stupore, di enigma e di incertezza.

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