La baronessa Fox (Foto Roger Harris)

Censure e minacce

Ora dalle università inglesi cacciano anche i membri del Parlamento

Giulio Meotti

L'accusa nei confronti della baronessa Fox è di "transfobia". La mannaia nella società anglosassone continua: per i nuovi standard del politicamente corretto i parametri da rispettare sono sempre più stringenti. A spese della libertà di pensiero

Questa settimana nei titoli dei giornali britannici, oltre ad Agatha Christie cui hanno riscritto i gialli, c’è la baronessa Claire Fox, che è stata cacciata dalla Royal Holloway University di Londra. I burocrati del sindacato studentesco avevano affermato che il suo retweet di una clip del programma Netflix di Ricky Gervais dimostrava che era “apertamente transfobica”. In un monologo che trafigge le assurdità della cultura woke, Gervais scherza sulle donne. “Non tutte le donne, intendo quelle all’antica. Le donne all’antica, quelle con l’utero. Quei fottuti dinosauri. Amo le nuove donne. Sono fantastiche, vero? Le nuove che abbiamo visto ultimamente. Quelle con la barba e i cazzi. E ora quelle vecchio stile dicono: ‘Oh, vogliono usare i nostri bagni’. ‘Perché non dovrebbero usare i tuoi gabinetti?’, ‘Per le donne!’. ‘Sono donne – guarda i loro pronomi!’. ‘Che ne dici di questa, non è una signora?’. ‘Beh, il suo pene’. ‘Fottuto bigotto!’ ‘E se mi violentasse?’. ‘Fottuto cazzo di Terf’”. Terf sta per femminista critica del gender. Come lo è la baronessa Fox, che ha fondato il think tank Academy of Ideas, che si impegna a favore della libertà di parola e “sfidare il panico sociale irrazionale”. Uno dei leader del sindacato studentesco ha inviato una mail all’università: “Mi chiedo se avete pensato alle conseguenze di portare una persona che è un sostenitrice dell’odio nei confronti delle persone trans e le mette pubblicamente in ridicolo”. Questa “cultura della paura” rappresenta una minaccia per le libertà fondamentali, scrive Fox sul Telegraph.

 

Un’altra femminista di primo piano si è vista ritirare l’invito dall’Università di Cambridge tra le preoccupazioni che gli attivisti transgender si sarebbero opposti alla sua presenza. Linda Bellos avrebbe “messo in discussione pubblicamente alcune ‘transpolitiche’”. Una donna, nera, ebrea, lesbica e femminista. Ma per i nuovi standard del politicamente corretto, non basta più. Deve anche essere accondiscendente sui trans. Sul Sunday Times decine di celebri accademici britannici – fra cui l’economista Partha Dasgupta e il fisico Michael Pepper – hanno pubblicato una lettera senza precedenti. “Non ci piegheremo ai bulli transgender nelle università”, è il titolo dell’appello dei 200 sul Times. “Le università stanno creando un ambiente intimidatorio e ostile per il personale e gli studenti che riconoscono che il sesso è importante. L’organizzazione Sex Matters ha registrato 80 casi di bullismo e molestie nelle università. Molti altri casi non sono stati riportati dai media. Si impone un’ortodossia di genere e discriminano coloro che riconoscono che il sesso è importante”. Il Sunday Times, oltre all’appello, pubblica pure uno speciale sui docenti minacciati, anche di morte, per aver sfidato l’opinione corrente. “200 accademici raccontano di minacce di morte e abusi mentre infuria la battaglia per la libertà di parola”, è il titolo. “In alcuni casi hanno avuto bisogno di sicurezza durante le lezioni”, racconta il Times.

 

“Quando un professore di filosofia non può andare a lavorare e fare il suo lavoro, la situazione è oltre la critica, è un’emergenza”, dice Selina Todd, storica di Oxford cui l’università ha dovuto fornire guardie del corpo. Rosa Freedman, docente alla Reading University, è stata definita in ateneo una “nazista transfobica” (Freedman è ebrea), “che dovrebbe essere stuprata” e la porta del suo ufficio imbrattata di urina. Jo Phoenix, professoressa di Criminologia, è andata in congedo per malattia dopo che 360 colleghi alla Open University hanno firmato una petizione per cercare di chiudere la sua rete di ricerca. In precedenza aveva ricevuto un volantino con l’immagine di una pistola. Emma Hilton, 44 anni, è una biologa dell’Università di Manchester che ha criticato la partecipazione degli uomini trans negli sport femminili. “Ha ricevuto messaggi di odio e minacce sui social media, inclusi emoji con pistole”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.