Scena del film su William Faulkner, diretto da Pablo Garcia, Stati Uniti, 2006 

1897- 1962

Un francobollo per Faulkner, che fu anche un (pessimo) impiegato postale

Mariarosa Mancuso

La dedica del servizio postale americano a venticinque anni dalla morte. Gli scrittori americani hanno anche il dono della bella presenza

Al premio Nobel mancava ancora un sacco di tempo, pur avendolo ricevuto a poco più di 50 anni. William Faulkner non aveva ancora scritto L’urlo e il furore – riscritto per ben tre volte perché le precedenti erano incomprensibili. Non aveva immaginato le disgrazie di Mentre morivo: poveri contadini che su un carro malconcio tra incidenti e inondazioni viaggiano verso Jefferson, dove mamma Addie voleva essere sepolta. Neanche aveva progettato Santuario, con il preciso intento di fare soldi – da qui lo stupro con la pannocchia.

 

Aveva scritto Mentre morivo in poche settimane su una carriola rovesciata, quando si guadagnava qualche soldo spalando carbone. Più tardi andrà a Hollywood, le major avevano decine di scrittori sotto contratto. Non andrà benissimo: odiava la California, i californiani, e sopra ogni cosa il mondo del cinema. Onta suprema, gli diedero da sceneggiare un romanzo del rivale Ernest Hemingway.


Questa storia risale al 1921. William Faulkner aveva 24 anni, aveva mollato per la seconda volta l’università di Oxford, Mississippi, e se n’era andato a vivere al Greenwich Village. Gli scrittori americani si mantengono a lavoretti. Lui riuscì (con qualche raccomandazione, il padre lavorava lì) a ottenere un impiego pagato all’ufficio postale dell’università di Oxford. 1.700 dollari di paga il primo anno, da aumentarsi a 1.800 il secondo. Il lavoro gli faceva orrore, si mise d’impegno per ottenere la medaglietta “peggior impiegato postale mai visto”.


Faulkner apriva e chiudeva l’ufficio senza rispettare gli orari, leggeva le riviste degli abbonati, buttava via la posta a suo giudizio poco importante, giocava a carte nel retro con gli amici mentre i clienti aspettavano. In burocratese è ancora più divertente. La lettera ripresa da Lit Hub è datata settembre del 1924, prima del licenziamento. L’ispettore incaricato certifica che l’impiegato in questione non smette di leggere neanche per il tempo necessario a servire i clienti. Aggravante: ha pubblicato un libro, scritto durante le ore di lavoro all’ufficio postale. I clienti non si fidano, dopo certe brutte esperienze – corrispondenza buttata nella spazzatura, assieme ai giornali in abbonamento. Per limitare i danni incaricano i vicini di inoltrare la posta quando vanno in vacanza.


Faulkner risponde all’ispettore che gli aveva chiesto entro cinque giorni di discolparsi, o almeno di dare la sua versione dei fatti. Lo scrittore lo fa molto in ritardo, seccatissimo: “Finché vivrò in un sistema capitalista, mi aspetto di avere la vita governata dalle richieste di gente che possiede denaro. Ma per nessun motivo al mondo scatterò in piedi per accontentare ogni furfantello di passaggio che ha due cent e vuole comprarsi un francobollo. Queste, signore, sono le mie dimissioni”.


Faulkner muore nel 1962. Dopo 25 anni, tutto è perdonato. Il servizio postale americano gli dedica nel 1987 un bel francobollo commemorativo, valore 22 centesimi. Pipa in bocca, capelli e baffi bianchi, gli scrittori americani hanno anche il dono della bella presenza.

Di più su questi argomenti: