Il fondatore di Alibaba Jack Ma (foto LaPresse)

I clamorosi record del colosso dell'e-commerce Alibaba

Redazione
Il gruppo ha già superato l'incasso record dell'anno scorso. 15 miliardi in 20 ore. Anche se non manca chi dubita dell'esattezza dei numeri alludendo a possibili dati gonfiati.
Record di vendite per Alibaba, che ha superato se stesso. L'11 novembre 2015 aveva incassato 91,2 miliardi di yuan (14,3 miliardi di dollari), mentre a circa venti ore dall'inizio dell'evento per il Single's day 2016, come riporta la Bbc, la cifra è di 103 miliardi di yuan, l'equivalente di 15 miliardi di dollari. Anche se non manca chi dubita dell'esattezza dei numeri alludendo a possibili dati gonfiati. La redditizia festività dei single in Cina è nata negli anni Novanta in ambito universitario, prima di diventare, proprio sotto l'egida di Alibaba, il giorno della corsa sfrenata allo shopping online, sulla falsariga degli altrettanto celebri Black friday o del Cyber monday, attesi quest'anno per l'ultima decade di novembre.

 

A mezzogiorno, quando in Italia erano le cinque del mattino, gli acquisti avevano toccato quota 80,7 miliardi di yuan – 11,9 miliardi di dollari. Ritmo medio di un miliardo all'ora, con il primo arrivato appena cinque minuti dopo la mezzanotte. Una frenesia da acquisto evidentemente legata al 11/11, giorno dei numeri primi, diventato appunto la festa dei single. In cima alle preferenze di chi è solo e ha voluto farsi un regalo in questa giornata, i marchi Apple, Nike, New Balance, Adidas e Ugg, tutti stranieri, al pari dei testimonial d'eccezione David e Victoria Beckham. L'85 per cento degli acquisti, secondo Alibaba, è stata effettuata attraverso telefoni cellulari.

 

Del resto, in una Cina con la classe media più ampia al mondo, l'e-commerce è in forte espansione. Se su scala globale nel 2016 il settore dovrebbe registrare una crescita del giro d'affari vicina al 24 per cento, in Cina il progresso sarà del 36 per cento, stando alle statistiche della londinese eMarketer. I cinesi con soldi da spendere vogliono anche – e soprattutto – design e qualità tipicamente occidentali. Jack Ma, proprietario del colosso rivale di Amazon, ne è consapevole e vuole preservare le vie del commercio intercontinentale. Non a caso all'indomani dell'elezione di Donald Trump ha detto che sarebbe “un disastro” se il nuovo presidente americano decidesse di non lavorare insieme alla Cina, alludendo con tutta probabilità ai dazi fino al 45 per cento sulle merci cinesi esportate negli Usa paventati dal tycoon in campagna elettorale.

Di più su questi argomenti: