editoriali

L'artista ferito a Carpi e le stravaganti motivazioni di una mostra in chiesa

Redazione

Non si starà a discutere di arte e blasfemia, ma una domanda più generale si può porre. Perché mai un museo diocesano deve prodursi, alla vigilia di Pasqua, in una mostra che può risultare offensiva per la sensibilità di tanti fedeli?

Pro Vita & Famiglia è una onlus d’ispirazione cattolica ispirata alla dottrina tradizionale della Chiesa in tema di famiglia eccetera. Ciò basta e avanza, per i media laici ma non solo, per additarla come peggio degli evangelici di Trump. E’ dunque interessante un loro comunicato di oggi: “Vogliamo esprimere la nostra massima solidarietà all’artista Andrea Saltini, autore della contestata mostra ‘Gratia Plena’ esposta nella chiesa di Sant’Ignazio di Carpi, per la folle e ingiustificabile aggressione subìta oggi nei pressi dell’esposizione. Contestare la scelta di esporre in un luogo sacro opere esteticamente irrispettose del sentimento religioso popolare… non può giustificare in alcun modo nessun tipo di violenza personale”. Più chiara, di così, la differenza tra critica e violenza, difficile spiegarla.

     

     

Precisato che si tratta di una ex chiesa ora adibita a museo diocesano (pur sempre pertinenza della Chiesa) va aggiunto che la procura aveva archiviato una denuncia per “blasfemia” sporta da fedeli contro l’artista, gli organizzatori (del diocesano) e anche il vescovo di Modena e Carpi, Erio Castellucci. Non si starà a discutere di arte e blasfemia, ma una domanda più generale si può porre. Perché mai un museo diocesano deve prodursi, alla vigilia di Pasqua, in una mostra che può risultare offensiva per la sensibilità di tanti fedeli? Idee più condecenti non ne avevano?

 

La diocesi ha risposto sottolineando il successo della mostra, “segno inequivocabile di interesse per questa proposta culturale di dialogo tra chiesa e arte contemporanea”. E quanto “ai giudizi (o pregiudizi)” circa l’accusa di blasfemia, “nulla di tutto questo è rilevabile davanti a una visione delle opere corretta, documentata e con sguardo limpido”. Evidentemente monsignor Castellucci è il nuovo Roberto Longhi, e non lo sapevamo. Invece la mostra è “ritenuta blasfema da alcuni siti tradizionalisti”, ha scritto Avvenire, giornale della Cei per i cui redattori, evidentemente, non tutti i cattolici sono uguali: in regola col Bene ci sono solo i progressisti. Venerdì santo. 

Di più su questi argomenti: