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Ricordi in libertà

Berlusconi e Renzi: un amore che poteva cambiare l'Italia

Chicco Testa

Il Cav. è diventato il pensiero principale della cultura di sinistra. Anzichè vederne la pars costruens, si sono soffermati sui vizi e lo hanno sfidato sul terreno sbagliato

Più di quello che Berlusconi è stato per il centrodestra dalla famosa dichiarazione per Fini Sindaco di Roma fino alla scesa in campo e quindi al definitivo sdoganamento delle forze di centrodestra nella vita politica italiana, sdoganamento che ha portato molti anni dopo Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio, e quindi un ruolo storicamente fondamentale per ciò che ha messo in moto, è altrettanto interessante sottolineare cosa Berlusconi ha prodotto sulla sinistra. Una cosa molto semplice: le ha impedito di ragionare, di elaborare, di rinnovarsi. L’ha resa prigioniera del suo immaginario, l’ha costretta ad inseguirlo anziché affrontarlo. Certo ci son state eccezioni ed eccezioni importanti. I governi Prodi, quello di Letta e di Renzi… Ma tutti conditi e condizionati dall’ossessione anti berlusconiana: Berlusconi è diventato per molti anni il pensiero principale, il pregiudizio del mainstream della cultura di sinistra. Che ha giudicato quindi se stesso e gli alleati delle variegate alleanze elettorali spesso quasi solo con il tasso di antiberlusconismo presente. Una sorta di ricatto permanente. Così il moralismo ha sostituito la politica. Il giustizialismo e lo stato di diritto. Così sono state sprecate occasioni storiche perché di Berlusconi non si è mai voluto vedere la pars costruens, il suo radicamento nella cultura occidentale e liberale, ma solo i vizi e un contesto che certo Berlusconi ha colorato abbondantemente di tinte forti e per certi versi paradossali. Ma su quel terreno occorreva sfidarlo, non sulle piste secondarie che ha abbondantemente seminato. Armi di distrazione di massa. L’ultima occasione è stata l’accordo con Renzi caduto con l’elezione del Presidente della Repubblica. Un doppio errore di due giocatori che hanno cercato di superarsi in furbizia. Ma Renzi ancora una volta ha dovuto rassicurare lo spirito contrario che vedeva quell’accordo come inaccettabile. E Berlusconi non ha voluto vedere le qualità del candidato proposto. Imprigionati ambedue da un pregiudizio ventennale. Probabilmente se l’accordo avesse retto il referendum sarebbe andato in altro modo e la storia d’Italia probabilmente migliore. Peccato.

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