Soluzioni che convincono

Dopo il termovalorizzatore di Roma, il rilancio industriale della Valle del Sacco. Applausi da Unindustria

Gianluca De Rosa

Anche Zingaretti sposa la nuova linea pragmatica dei dem. Dopo la fuga di Catalent dal Lazio annuncia: “Chiesto a governo di intervenire per conciliare sviluppo economico e tutela ambientale”

Al teatro Costanzi agli applausi sono abituati. E anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è di certo la prima standing ovation all’interno di un teatro lirico. Ma l’assemblea generale 2022 di Unindustria, la confidustria romana, che si è svolta questa mattina al teatro dell’Opera di Roma, ha riservato una sorpresa in più. L’ovazione per l’inceneritore. Quando il presidente Angelo Camilli – davanti al capo dello Stato, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al sindaco di Roma Roberto Gualtieri – è arrivato al passaggio della sua relazione dedicato ai rifiuti la platea degli industriali di Roma e Lazio si è lasciata andare a un lungo applauso liberatorio. La strada tracciata dal sindaco Gualtieri per il nuovo termovalorizzatore è quella giusta: la sostenibilità si fa con la responsabilità delle scelte e la migliore tecnologia disponibile. Chi si oppone è contro il bene e il progresso della città”, ha detto Camilli, mentre in platea anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi faceva cenni d’assenso con la testa. Standing ovation per un impianto che ancora non c’è, ma che qui già scatena entusiasmi.

D’altronde gli industriali sono stati i primi a spingere per questa soluzione. Lo ricorda oggi Camilli. “Invitammo l’ex sindaca Virginia a visitare insieme a noi l’impianto di Copenaghen, ma si rifiutò di venire”. “La scelta di Gualtieri – aggiunge – ci ha piacevolmente stupito, era inevitabile che sui rifiuti si prendesse una decisione, speriamo che si riescano a rispettare i tempi annunciati con l’apertura del termovalorizzatore entro il Giubileo perché servirà arrivare a quell’evento con una città finalmente pulita. Al sindaco inveremo la nostra proposta pensata con Enea per la chiusura completa del ciclo dei rifiuti che ovviamente comprende il termovalorizzatore”.

Il pragmatismo del primo cittadino non ha solo convinto gli industriali, ma anche persuaso il presidente Nicola Zingaretti che è tempo di cambiare spartito. Di abbandonare l’ambientalismo ideologico a favore di un approccio più concreto, di conciliazione tra legittima tutela ecologica e sviluppo economico. Non a caso il governatore ha scelto quest’occasione per fare il suo annuncio. Alcuni giorni fa la multinazionale farmaceutica Catalent ha deciso di abbandonare un progetto da 100 milioni di dollari nel Lazio per spostarlo in Inghilterra. Tutta colpa della burocrazia: due anni di attesa vana per un’autorizzazione ambientale. Lo stabilimento di Anagni si sarebbe trovato nel perimetro del Sin (sito d’interesse nazionale) della Valle del Sacco, aree che per sversamenti industriali del passato hanno bisogno di imponenti bonifiche e dove, come effetto, operare richiede molte più autorizzazioni. Durante l’evento di Unindustria il goverantore ha annunciato: "Abbiamo chiesto al presidente del consiglio Draghi, al ministro Cingolani e a tutto il governo la sospensione, eccetto le aree ripariali, del decreto di perimetrazione del Sin del Bacino Valle del Sacco, perché ha finito nel tempo per bloccare tutto. Serve un perimetro che garantisca tutela, bonifica e rilancio produttivo. Un equilibrio tra sostenibilità e crescita, come ci chiede l'Europa".