La manifestazione a roma

In piazza contro il Green pass sfilano gli impostori della libertà

La galassia no mask e no vax  contro dittatura, censura e giornalisti mainstream. A guidare la manifestazione gli ex di Forza Nuova con Giuliano Castellino, sotto regime di sorveglianza speciale: la sera, alle nove, tutti a casa 

Roberta Benvenuto

Sul megafono che usano un po’ tutti a turno c’è ancora l’adesivo di Forza Nuova. Dicono “no al green pass”, gridano alla “libertà” contro “la dittatura sanitaria” e la ”greenstapo”, mandano tanti “vaffa” a Mario Draghi e cantano l’Inno d’Italia. Sono le 17,30 quando si forma il primo gruppo di manifestanti all’ingresso di piazza del Popolo a Roma contro l'introduzione del Green pass, la misura annunciata dal governo 48 ore prima. Alla testa della manifestazione c’è Giuliano Castellino e i sodali della fu Forza Nuova che da qualche mese si è diluita in Italia Libera, insieme ai no mask e ai gilet arancioni.

 

La piazza è “spontanea”, confermano le forze dell’ordine. Ovvero non è stata concessa ufficialmente, nessun preavviso è arrivato al gabinetto della Questura di Roma. Si parla di tremila manifestanti, molto eterogenei tra loro, un po’ No vax, un po’ No mask, un po’ complottisti vecchio stile che gravitano attorno alla World Wide demonstration. C’è l’artigiano, il tecnico informatico, la moglie del primario. A qualcuno gli rode che all’organizzazione ci sia la destra estrema: “Io votavo Pci, mi costringono a essere d’accordo con dei partiti che mai avrei pensato”, dice un signore. Ma tant’è.

 

“Perché no al green pass? Perché no, lede la mia libertà io non ho fatto niente”, dice una donna. “È una cosa politica: i loro obiettivi sono il controllo e la dittatura”, risponde alle telecamere del Foglio una signora prima di essere bloccata da altri manifestanti: “Non ci devi parlare coi giornalisti, sono tutti contro! Devono andare via”. Nelle chat telegram che hanno dato vita alla protesta - “Basta dittatura”, “No paura Day” - ci sono diversi appelli a non fare interviste “a giornalisti che lavorano per il sistema” a “segnalare ad alta voce quando ne riconoscete qualcuno”, “se vedete la solita intervista-teatrino con qualche soggetto ridicolo per delegittimare la piazza invitateli ad allontanarsi in modo non-violento”. Eppure qualche schiaffo e spintone contro fotografi, troupe e giornalisti ci sono stati, come dimostrano le immagini. 

 

Gli organizzatori contrattano con le forze dell’ordine per poter proseguire in corteo verso piazza Mazzini. Obiettivo: la Rai “che censura”. Volevano Chigi ma non gli è stato concesso. Così polizia e carabinieri in tenuta antisommossa si ritrovano a “scortare” il serpentone di Castellino per via Flaminia fino a viale Mazzini. C’è qualche momento di tensione nello spostamento ma è ordinaria amministrazione. “Abbiamo ottenuto tre vittorie", urla al megafono Castellino, tenuto a distanza di ventina di metri dalla Rai: "Riempire la piazza. Dimostrare che non siamo una minoranza di scemi, ma siamo popolo. Senza mascherine, senza distanziamenti abbiamo marciato su Roma”. Sono le 20,30 quando Castellino dà l’ordine alle truppe di tornare indietro verso Piazza del popolo e i manifestanti si dileguano alla spicciolata. In fondo, Castellino è sorvegliato speciale - confermano le forze dell’ordine - e alle 21 deve rientrare a casa. 

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