Angela Merkel e il premier dello stato della Renania-Palatinato Malu Dreyer - EPA / Christof Stache / Pool 

Cosmopolitics

La foto di Angela e Malu da appiccicare su tutti i muri

Paola Peduzzi

 Difficilmente il concetto di unità nazionale davanti alle catastrofi ha avuto una rappresentazione più nitida ed esatta di questa immagine che anche i più cinici, anche chi non vota per nessuno dei due partiti rappresentati dalla cancelliera tedesca Merkel e dalla governatrice Dreyer, anche chi sta già calcolando l’impatto elettorale di questa catastrofe (si vota a settembre) ha definito soltanto: un gesto umano

Siamo abituati a guardare la politica con gli occhi strabici, un po’ vediamo quel che succede un po’ badiamo alle nostre inclinazioni, alle ideologie, ai pregiudizi, e spesso finiamo per non mettere a fuoco quel che abbiamo davanti. E’ accaduto domenica quando la cancelliera tedesca Angela Merkel è andata in visita nella Renania-Palatinato, una delle regioni più colpite dall’alluvione che ha stravolto il nord Europa e che solo in Germania ha fatto quasi 150 morti. L’acqua ha lasciato spazio al fango e alla devastazione (in tedesco non abbiamo un termine per indicare quello che abbiamo sotto agli occhi, ha detto la Merkel, e noi che sospiravamo ché il tedesco ha una parola per tutto sempre), al lutto delle persone e delle cose. Mentre camminava nel fango e nella distruzione, la cancelliera ha preso per mano la governatrice di questo Land, Malu Dreyer, che è una socialdemocratica, che ha appena vinto le elezioni locali, che ha la sclerosi multipla e che fa fatica a muoversi. L’ha presa per mano con naturale dolcezza, d’istinto, mentre attorno a loro il gruppo che accompagnava le due signore spiegava i dettagli dei danni, quello che c’era fino a qualche giorno prima e che ora è sommerso dal fango.

 

Serie e solidali, la Merkel e la Dreyer si tenevano per mano, con gli sguardi ugualmente preoccupati e sofferenti, accumulando informazioni di dolore, pensando a che cosa sarà necessario fare per rimettere in sesto case, negozi e cuori di questo pezzo di Germania. Difficilmente il concetto di unità nazionale davanti alle catastrofi ha avuto una rappresentazione più nitida ed esatta di questa immagine che anche i più cinici, anche chi non vota per nessuno dei due partiti rappresentati dalla Merkel e dalla Dreyer, anche chi sta già calcolando l’impatto elettorale di questa catastrofe (si vota a settembre) ha definito soltanto: un gesto umano, di quelli che non dovrebbero stupirci e invece lo fanno, perché sono belli e rari.

  

Ora si fanno i paragoni con il passato: l’alluvione del 2002 che, secondo la stragrande maggioranza dei commentatori, consegnò la vittoria elettorale all’empatico Gerhard Schröder contro il freddo (e assente) Edmund Stoiber; la catastrofe di Fukushima del 2011 che stravolse le elezioni regionali che si tennero dopo quindici giorni nel Baden-Württemberg consegnandolo al verde Winfried Kretschmann (che ancora oggi è governatore). L’alluvione del luglio del 2021 aiuterà i Verdi che ben ammaestrano le politiche ambientali e che hanno un programma di prevenzione molto concreto? Può essere, o forse no, ché poi il giorno del voto contano tanti altri elementi, e forse le risatine oscene del candidato alla successione della Merkel, Armin Laschet, saranno dimenticate. Sarebbe bello che in questa stagione della memoria corta restasse però l’immagine della mano della Merkel che stringe quella della Dreyer, come simbolo di una solidarietà possibile, di una unità possibile, di un’umanità possibile contro gli scontri selvaggi, contro i calcoli applicati a qualsiasi cosa, dati su dati, che registrano tutto e ovunque, ma mai la potenza del fattore umano.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi