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Contro Mastro Ciliegia

Nessuno fa il tifo per i talebani del diesel, ma alcuni politici avrebbero fatto meglio a tacere

Maurizio Crippa

Quando la cronaca fa vacillare le certezze: a Mestre sarebbero almeno tre gli incidenti sospettati di essere stati causati da guasti dei bus elettrici

Certe volte la cronaca è in grado di far sorgere dubbi anche per le certezze più solide: tipo i fantastici motori elettrici. Ad esempio una sintesi offerta da Rep. a proposito dei tragici incidenti (plurale) di Mestre: “Non ci sono solo l’incidente del 13 ottobre che ha provocato 21 vittime e 15 feriti, e di sabato 14 ottobre, con un bilancio di 13 feriti, a infittire il mistero degli incidenti dei bus di Mestre”.

Mesi fa un altro mezzo elettrico, stessa ditta e costruttore, causò un tamponamento. E ora si indaga. Nessuno dirà che è colpa dell’elettrico in sé, per tenere bordone ai talebani del diesel (basta che Timmermans vada ai giardinetti in bicicletta). Ma sincerità esigerebbe, da tutti, riconoscere che Salvini, con la sua sparata sui mezzi elettrici, non era andato poi così lontano dal bersaglio.

Almeno molto meno di politici pavloviani come Alessandro Zan, “speculare sui 21 morti di Mestre per riesumare la sua battaglia contro l’elettrico è indecente e crudele”, la deputata di Azione Daniela Ruffino, “imbarazzante per la carica che ricopre” e persino l’ineffabile Fratoianni: “Non si può ascoltare. E’ una cosa indecente”. Per citare a memoria, e risparmiando i pensosi e non sempre decenti commentatori. E niente, certe volte tacere è meglio non solo per Salvini.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"