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contro mastro ciliegia

Rutti, Lega e omonimie

Maurizio Crippa

Non per personalizzare, anzi è inquietante; le idiozie di Andrea Crippa sulla Germania e gli immigrati si è aggiunta una toppa peggiore del buco. Il suo collega di partito Massimiliano Romeo ha detto: "E’ chiaro che quella fatta dal vicesegretario Crippa è stata una provocazione". Intellettuale?

Non amo personalizzare (non è vero, mi piacerebbe tanto ma non sono capace), ma devo dire che quando ieri @MaxGramel ha forgiato e sparato lì in prima pagina il neologismo “crippismo” ho accusato il colpo. Anche se, lo sapete, grazie al Cielo il meritevole di marchio d’infamia era il mio omonimo Andrea Crippa, vicesegretario della Lega e circa ventriloquo di Salvini (“Il ritorno del rigurgito come strumento primitivo di comunicazione politica”, @ferrarailgrasso dixit), colui che è riuscito a dire che la Germania, come i nazisti d’antan, “finanzia l’invasione dei clandestini” per distruggerci. Idiozie da cui persino l’omonimia fa fatica a riprendersi, ma fortunatamente per me è arrivato un altro leghista che è riuscito a dire una scemenza anche peggiore. E’ il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, che provando a mettere una toppa s’è invece fatto sfuggire un rutto concettuale: “E’ chiaro che quella fatta dal vicesegretario Crippa è stata una provocazione. Io sento parlare di redistribuzione, di regolamento di Dublino, però pare di capire che la Germania e anche altre nazioni finanziano le ong per andare a prendere i migranti e poi sono le prime che non li vogliono”. E se questa è una “provocazione”, passo la palla agli omonimi di Romeo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"