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Contro Mastro Ciliegia

Montagna, non sport. Per fortuna ci sono ancora gli umanisti a salvarci dagli sportivi

Maurizio Crippa

Reinhold Messner, viandante del mondo, risponde alla revoca del titolo di primo ad aver scalato gli Ottomila senza ossigeno: "Non ho mai cercato di essere nel libro dei record"

Perdonerete la mia piccola ossessione per Reinhold Messner. Non è tanto per l’alpinismo, non ho mai scalato manco un quattromila, ma è perché lo considero uno dei migliori scrittori italiani a cavallo dei due secoli. Un umanista intelligente, un viandante del mondo. E che non se la tira, semplicemente è Messner.

 

Non tirandosela, non ha perso troppo tempo nemmeno con questo Eberhard Jurgalski, cronista di alpinismo tedesco, che ha convinto il Guinness dei primati a togliere a Messner il titolo di primo ad aver scalato tutti gli Ottomila senza ossigeno. Sostiene che col suo amico Hans Kammerlander non sarebbe arrivato in cima all’Annapurna, nel lontano 1985. Detto fatto.

 

“Sciocchezze”, ha replicato: evidentemente non sa che quelle vette fatte di lame di ghiaccio si modificano in continuazione, oggi non sono le stesse di quarant’anni fa. Ma soprattutto: “L’alpinismo non è uno sport, quindi non fa record. A me è sempre importato dell’esperienza umana e dell’avventura vissuta. Non ho mai cercato di essere nel libro dei record”.

 

Invece dell’alpinismo di oggi “ne hanno fatto una disciplina olimpica con l’arrampicata su una parete artificiale situata dentro una palestra. Pareti di cinque metri?”. Per fortuna ci sono ancora gli umanisti, a salvarci dagli sportivi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"