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contro mastro ciliegia

Il gene di Neanderthal e il geniale Crisanti

Maurizio Crippa

Un'indagine dell'Istituto Mario Negri su diecimila casi di Covid più gravi nella Bergamasca. La scoperta: potrebbero essere collegati alla presenza del genoma "Vindia". E adesso chi lo dice a quelli che parlavano di decessi colposi?

La notizia è di quelle che i notiziari definirebbero “sensazionali”, se non fosse che a darla è l’Istituto Mario Negri, uno dei più autorevoli centri indipendenti di ricerca scientifica in campo farmaceutico e biomedicale, ed è frutto di un lavoro durato due anni e inteso a indagare (eventuali) fattori genetici nelle persone che si sono ammalate gravemente di Covid in provincia di Bergamo, dove nella primavera 2020 la malattia e la mortalità furono terribili. L’equipe ha lavorato su 9.733 individui tra Nembro, Albino e Alzano Lombardo, la “zona rossa”. E cosa ha scoperto? E’ molto probabile che quel grande numero di casi più gravi fossero geneticamente predisposti, a causa di di un fattore, il genoma di Vindia, risalente a 50 anni anni fa: il “gene di Neanderthal”, che nella sua evoluzione avrebbe prodotto un rischio doppio di sviluppare il Covid grave. Addirittura, secondo il presidente del Negri Giuseppe Remuzzi, nel mondo “le vittime del cromosoma di Neanderthal sono forse un milione”. Quindi niente mancata zona rossa, niente 4.148 decessi colposi che si potevano evitare, niente “verità sulle decisioni” da restituire agli italiani. Chi glielo spiega, al professor Neanderthal Crisanti?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"