contro mastro ciliegia
L'auto-assoluzione colpevole di chi non vuol vedere
Il "delirio delle pene" del governo su Caivano e sulla violenza minorile è assurdo e improduttivo. Ma c'è un atteggiamento al pari deprecabile: il benaltrismo assolutorio della sinistra che il problema di quella violenza fa finta di non vederlo. Un cinismo anche peggiore
Dovrò premettere di essere completamente d’accordo con le critiche al “delirio delle pene” che affligge questo governo? Non ce n’è bisogno. Ciò detto, restringere il discorso alla denuncia “di uno Stato di polizia che punisce, elimina, reprime” (l’Unità), girare lo sguardo davanti all’inevitabile macigno logico-morale della imputabilità di un minore, di un più che minore persino, denunciare “il Fronte della gioventù” (gran titolo di un giornale altresì convinto che sia da premiare la racaille delle banlieue francesi) è falso. Fuorviante. “Se un ragazzino uccide paghi come un adulto” è una mostruosità giuridica e morale, perché come sta scritto sulla casa aperta di don Burgio “non esistono ragazzi cattivi”. Ma dire che non è cambiato nulla, che la violenza c’era anche prima, che “non è con la repressione” e fermarsi lì, alla contemplazione della propria anima bella, è la cosa peggiore, pari al delirio delle pene.
E’ negazione dei fatti, e basta la madre di Giogiò. La destra dà risposte orribili e moltiplica gride manzoniane. Ma, almeno, si pone il problema. Certi savianetti che hanno soltanto – e sottolineo soltanto – l’obiettivo di dar contro “alle destre”, fanno il male persino dei minori. Una bella repressione non fu mai scritta, e mai lo sarà. Ma servirebbe più del benaltrismo auto-assolutorio.
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