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contro mastro ciliegia

L'auto-assoluzione colpevole di chi non vuol vedere

Maurizio Crippa

Il "delirio delle pene" del governo su Caivano e sulla violenza minorile è assurdo e improduttivo. Ma c'è un atteggiamento al pari deprecabile: il benaltrismo assolutorio della sinistra che il problema di quella violenza fa finta di non vederlo. Un cinismo anche peggiore

Dovrò premettere di essere completamente d’accordo con le critiche al “delirio delle pene” che affligge questo governo? Non ce n’è bisogno. Ciò detto, restringere il discorso alla denuncia  “di uno Stato di polizia che punisce, elimina, reprime” (l’Unità), girare lo sguardo davanti all’inevitabile macigno logico-morale della imputabilità di un minore, di un più che minore persino, denunciare “il Fronte della gioventù” (gran titolo di un giornale altresì convinto che sia da premiare la racaille delle banlieue francesi) è falso. Fuorviante. “Se un ragazzino uccide paghi come un adulto” è una mostruosità giuridica e morale, perché come sta scritto sulla casa aperta di don Burgio “non esistono ragazzi cattivi”. Ma dire che non è cambiato nulla, che la violenza c’era anche prima, che “non è con la repressione” e fermarsi lì, alla contemplazione della propria anima bella, è la cosa peggiore, pari al delirio delle pene.

E’ negazione dei fatti, e basta la madre di Giogiò. La destra dà risposte orribili e moltiplica gride manzoniane. Ma, almeno, si pone il problema. Certi savianetti che hanno soltanto – e sottolineo soltanto – l’obiettivo di dar contro “alle destre”, fanno il male persino dei minori. Una bella repressione non fu mai scritta, e mai lo sarà. Ma servirebbe più del benaltrismo auto-assolutorio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"