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contro mastro ciliegia

Costumi di morte

Maurizio Crippa

L'estradizione del padre di Saman Abbas, la ragazza pachistana uccisa dai familiari, e il divieto del "pool party" in "burkini" in Brianza hanno qualcosa in comune. Ma forse i benpensanti credono che le donne islamiche stiano bene così

Ieri un giudice pachistano ha dato parere favorevole all’estradizione in Italia di Shabbar Abbas, il padre di Saman Abbas, la ragazza di origine pachistana uccisa due anni fa a Novellara e del cui delitto sono accusati il padre e gli zii. Lunedì a Limbiate, Brianza, un previsto “pool party”, riservato a sole donne musulmane coperte dai costumi da bagno la cui foggia da qualche anno conosciamo, è stato annullato in seguito all’iniziativa di protesta di un’eurodeputata leghista, membro della commissione per i Diritti delle donne e della parità di genere di Bruxelles, che aveva denunciato il fatto come “segregazione femminile".

 

Se abbia ragione, la leghista, non sappiamo dire. Sappiamo però che Saman Abbas è stata uccisa perché voleva decidere liberamente della propria vita, compreso il modo di vestirsi: preferiva quello occidentale. Non sappiamo invece se tutti i benpensanti e le benpensanti, ovviamente di sinistra, che hanno criticato aspramente come violazione culturale il divieto del “pool party” delle donne in arnese islamico, si ricordano che Saman è morta proprio perché ha rifiutato quelle costrizioni. Ma forse credono che le donne musulmane, tutte, siano contente di fare il bagno segregate così. Alla prossima banlieue, alla prossima vittima.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"