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Contro Mastro Ciliegia

Scurati sul Britannia. La preghiera a Draghi: non ti curar di loro

Maurizio Crippa

Lo scrittore chiede al presidente del Consiglio italiano di restare: un gesto apprezzabile contro i parlamentaristi da tastiera 

Per tutto il giorno la trista brigata degli indignati con la schiena dritta, dei parlamentaristi da tastiera, dei commentatori semi-autorizzati come le officine coi ricambi non originali si sono dilettati nel dileggio senza guizzi, altro non sanno fare, contro il buon Antonio Scurati. Che ha scritto una lettera invero un po’ umidiccia per scongiurare Draghi di restare al governo, (gli) costi quel che costi. Ed è vero che prima di leggere M. Il figlio del secolo e seguenti preferisco leggermi il Mahabharata in lingua originale; ed è vero che il tono “mi scuso in anticipo di queste mie parole” sembrava la gag di Benigni e Troisi quando scrivevano a Savonarola “con la faccia sotto i tuoi piedi”. Però non ci sono dubbi: Scurati che chiede a Draghi non curarti dei finti contini, ma guarda e passa; che lo sfida a “scendere a patti con la miseria morale che accompagna la condizione umana dei politicanti”; che propone di fare “quel che tanti italiani gli chiedono”, vale un discorso del Britannia. Salva la patria, il resto è nulla. Forse Dante lo avrebbe detto meglio; ma il concetto è chiaro e bello. Staremo ad aspettare, quando gli sputazzatori che volentieri umidificano Conte e comprimari sapranno scrivere altrettanto. E almeno in italiano.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"