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Orco Rubio

Maurizio Crippa

La Rai ha l’occasione di riscattarsi da tante cadute in basso del suo recente declino pop-sovranista se terrà fede alla decisione di cancellare Chef Rubio da una trasmissione in cui qualche sconsiderato lo aveva invitato

Se siete molto giovani, o siete stati genitori al momento giusto, alla Rai c’era la Melevisione e nella Melevisione c’era Orco Rubio, che era un personaggio molto simpatico e beveva solo il “blumele”. Ma ora, essendo nati tutti quanti nel tempo e nel posto sbagliato, in Italia, altro che nel Fantabosco, in televisione c’è Chef Rubio che è un bieco figuro autocaricaturale, antipatico e antisemita che la cosa più intelligente che fa sono i rutti, e quando invece usa la bocca per parlare, libera nos Domine. Lo hanno già cacciato, con ritardo, da una televisione privata. Ma adesso è la Rai ad avere l’occasione di riscattarsi da tante cadute in basso del suo recente declino pop-sovranista: se terrà fede alla decisione di cancellare Chef Rubio da una trasmissione in cui qualche sconsiderato lo aveva invitato. “Per ragioni di opportunità”. E viva le ragioni di opportunità, che sono buone ragioni. E pazienza le polemiche, la libertà d’espressione conculcata, e se è perché odia Salvini o perché Salvini odia lui: è un orco antisemita, venga zittito e cacciato dalla televisione pubblica. Il diritto di parola non è un privilegio, ma bisogna meritarselo. Però, per una Rai che si riscatta, c’è un guappo napoletano che non si redime. Giggino ’a manetta, insomma il sindaco De Magistris, ha nominato assessore alla Cultura (alla cultura, capite?) Eleonora De Majo, un tipino fino che, tra le molte atrocità, adora minimizzare la Shoah e ha paragonato il sionismo al nazismo. Dopo l’orco chef, spegnete anche l’orco sindaco.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"