Konrad Krajewski (foto LaPresse)

Giuda ballerino

Maurizio Crippa

L'elemosiniere del Papa ha zittito, almeno per qualche giorno, la parte più noiosa se non dannosa della popolazione italiana: i nuovi terzisti

Bisogna riconoscere a don Corrado almeno due meriti. Uno, di aver riportato al centro dell’attenzione mediatica la Vespa, non accadeva dai tempi di Caro diario. Due ha zittito, almeno per qualche giorno, la parte più noiosa se non dannosa della popolazione italiana, cioè i nuovi terzisti: quelli né con Ribbentrop né con Molotov. Sul cardinale elemosiniere, si son schierati tutti. Ma siccome il terzo merito di don Corrado (anzi merito del Vangelo), è quello di “portare alla luce i pensieri di molti cuori”, ci sono due categorie che più di tutte si sono trovate illuminate. Una sono quelli di scuola super-laica, che si sono aggrappati ai tuìt e a qualche commento sui giornali come alle tavole della legge per dire – Salvini o non Salvini, Ribbentrop o non Molotov – che il Tevere ha da essere largo e tutto il resto è ingerenza. Anzi forse reato. Dimenticando quant’è bella la locuzione “disobbedienza civile” tanto cara a un vecchio profeta, e ancor di più le sue tante invasioni di campo, a Piazza San Pietro, in battaglia per questo o per quello. Ma di Pannella non so, e non mi azzardo. Conosco meglio i polli clericali, certuni anche di rango: quelli che hanno tuonato all’eresia, che “non esistono solo i poveri”, che non si può sostenere alcuna forma di “carità illegale” (sic), e che bisogna per prima cosa dare il buon esempio, signora mia. Così che, conoscendo i polli, viene in mente che quando la Maddalena sparse costoso profumo sui piedi di Gesù, l’unico a lamentarsi che quei soldi potevano essere usati meglio fu Giuda. Ma perché teneva la cassa. Ed era ladro.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"