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Pensioni e Popolo

Maurizio Crippa

“Questi autentici e irrimediabili analfabeti hanno in mente qualcosa di ben preciso che è la cancellazione di tutta la storia italiana precedente”. Alberto Asor Rosa, pensionato contro il populismo

“Ho trascorso studiando e lavorando, lavorando e studiando, cinquantadue anni nella scuola e nell’Università italiana”. Qualche volta da queste parti l’abbiamo sfotticchiato e pure attaccato, Alberto Asor Rosa, per i cultori del calembour accademico semplicemente “Il Noto Palindromo”. Ma oggi non si può non fargli tanto di cappello, e considerarlo dei nostri (o saremo diventati noi dei suoi? Ohibò!). Perché ieri Asor Rosa ha preso penna e calamaio e ha scritto al direttore di Repubblica. Per difendere la sua meritata pensione e soprattutto il suo onore di intellettuale, docente universitario, influente membro dell’élite culturale e in quanto tale – e giustamente – pagato dallo stato. Con puntiglio, con tutto il curriculum. Ora lo accusano di avere una pensione d’oro: 4.240,03 euro. Ma non sono i soldini, ovvio “(importante lo 0,3”, ironizza). E’ il principio. A “questa classificazione governativa, che corrisponde ormai a una vera e propria cultura di regime” si ribella. “Quello che trovo intollerabile è essere incasellato nella categoria dei ‘pensionati d’oro’ chiaramente dispregiativa e offensiva”. Lui che ha contribuito a formare “intere generazioni di studenti, insegnanti, giornalisti, politici” non ci sta: “Questi autentici e irrimediabili analfabeti hanno in mente qualcosa di ben preciso che è la cancellazione di tutta la storia italiana precedente”. “Offendere e umiliare fino in fondo chi è stato, bene o male, protagonista, significa favorire l’avvento di una nuova stagione, in cui tutte le élite, di ogni natura, verranno fatte fuori una dietro l’altra”. Una vita tra scrittori e popolo. E adesso da pensionato contro il populismo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"