Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Conte come Moro (ehh??)

Maurizio Crippa

Un'intervista desaparecida e l'uomo politico di riferimento del premier

Che sia stata una manina, non sapremmo dire né vogliamo inferire. Ma è andata che ieri sul sito online del Fatto quotidiano è apparsa l’anticipazione di una lunga intervista del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con Marco Travaglio, annunciata per oggi. Lunga lunga, slurp slurp (nel senso di che leccornia per i lettori, specifichiamo, che sennò Travaglio si offende). Poi a un certo punto, l’anticipazione è sparita, quindi a questo punto scriviamo al buio e a memoria, sulla fiducia. E speriamo bene, mica si vorrebbe che a un certo punto l’intervista sia sparita davvero, puff, un po’ come il decreto dignità che ancora non si sa in che cassetto è finito, un po’ come il reddito di cittadinanza. Comunque sia, di Conte, per quel che mi ricordo, finora ha detto che è “l’avvocato del popolo” e poi anche un “pater familias”. Forse ha detto anche altro (ah sì, è stato a un vertice internazionale, ha detto qualcosa su Macron) ma non ho memorizzato. Quel che ho memorizzato della intervista desaparecida in questione è che a un certo punto si parla di quale sia, per lui, l’uomo politico di riferimento. E lui, senza battere ciglio, e senza suppongo sentire un po’ di tremarella che verrebbe a chiunque per l’ardire, ha risposto: Aldo Moro. Che è un po’ come se a un vecchietto della casa di riposo chiedessero che età biologica ti senti di avere?, e lui: quella di CR7. Andiamo, magari Forlani, ma cribbio! Ma il paragone con Aldo Moro no, ci vuole dignità. (Ma in ogni caso, se proprio ci tiene: faccia almeno gli scongiuri, va’).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"