Zaharie Ahmad Shah

Il volo della Malaysia Airlines e il Di Maio dei cieli

Maurizio Crippa

Zaharie Ahmad Shah era il pilota del volo MH370 scomparso nel nulla l’8 marzo 2014. Ora una trasmissione australiana svela che si sarebbe suicidato trascinando con sé i 238 passeggeri

Manco fosse un inquilino del Quirinale, manco fosse un candidato premier italiano, Zaharie Ahmad Shah è andato a perdersi nel Nulla. Volontariamente. Non ha trascinato con sé tutta una nazione, come fosse il pifferaio di Hamelin, ma 238 persone, che sono pur sempre un bel bottino per gli dèi. Era il pilota del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso l’otto marzo 2014 in qualche punto del cielo sopra l’oceano Indiano. Del Boeing 777 non s’è saputo più nulla, attorno sono fiorite le leggende e le teorie del complotto più disparate, dalla sparizione di alcuni passaporti alle cabalistiche irregolarità di mari e venti, all’oscuramento dei radar militari. Una di quelle meravigliose storie dell’occulto aeronautico fatte apposta per appassionare il pubblico, e farci morire di paura. Ora la trasmissione australiana 60 Minutes investigation ha raccontato che il pilota si sarebbe suicidato e che un gruppo di “esperti” avrebbe svelato l’arcano. Shah avrebbe mantenuto il controllo dell’aereo fino all’ultimo, dopo aver indossato una maschera d’ossigeno e aver depressurizzato la cabina per stordire i passeggeri, e avrebbe scelto pure il luogo per inabissarsi, lontano da occhi indiscreti. Non sarebbe stato terrorismo, ma un addio al mondo un tantino troppo spettacolare. Come facciano gli esperti a esserne certi, dai resoconti dei giornali non si capisce in realtà granché bene. In Italia la chiameremmo una seria ipotesi investigativa, o una supercazzola, a seconda dell’orientamento. Però la storia del pilota che s’è perduto volontariamente, come un Di Maio dei cieli, affascina. O fa cagare sotto.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"