Foto di Dominic Alves via Flickr

Il trans ultra ortodosso e il giudice frastornato come Belén

Maurizio Crippa

Come si dica “ma n’do sta la tua misericordia?” in inglese, o in yiddish, non saprei. La storia è questa. In un sobborgo a nord di Manchester c’era un papà che adesso è diventato donna. Ma siccome faceva parte di una comunità ebraica di stretta osservanza ortodossa, in cui la legge religiosa determina ogni aspetto della vita personale e sociale, dall’abbigliamento al cibo all’educazione ai comportamenti sessuali, il cambio di genere della signora ha creato molti più problemi di quanti ne provochi, di media, in occidente. Ed è finito in tribunale. Perché lei vorrebbe poter continuare a vedere i figli. Ma la famiglia no, la scuola è pronta a cacciare i bambini se la incontrassero e gli amichetti non esiterebbero a voltar loro le spalle. Così il giudice che si è trovato davanti a questa “collision of two unconnecting worlds” ha deciso, “a malicuore”, che tra i due mali il minore è che il genitore non veda più i figli. Il fatto che il giudice Mr Justice Peter Jackson sia lo stesso (se non è omonimia) che aveva deciso per il diritto all’ibernazione di una bambina in punto di morte, non aiuta. Forse aiuta domandarsi se il problema sia che ogni fondamentalismo religioso (e pensate cosa avrebbero detto se fosse accaduto al Collegio San Carlo di Milano) è incompatibile con le moderne libertà. O forse il problema è che di fronte a certe cose l’idea occidentale del diritto non sa più che fare, se non praticare la sottomissione. Problemi. Come Maria De Filippi, mi sento “frastornato come Belén”.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"