La Cappella Palatina di Palermo

Ma che brutta chiesa

Maurizio Crippa

Il Daily Telegraph ha buttato giù la classifica (gallery) delle ventitré chiese più belle del mondo, e per l’Italia ha citato soltanto la Cappella Palatina di Palermo (quattordicesimo posto)

Che Papa Francesco si sia effettivamente dimenticato di ringraziare Virginia Raggi, sindaco, per il buon esito del Giubileo, o che l’abbia fatto a bella posta, o che si sia banalmente uniformato al “Virginia Raggi chi?” che ogni romano sente in cuor suo, in fondo significa poco. Tanto, stavano tutti nella Sala Clementina, in Vaticano, di fianco a quel brutto chiesone di periferia che si chiama San Pietro, a due passi da quella insignificante chiesetta che è la Cappella Sistina. Quel che conta, simbolicamente, è che Roma non è poi più tanto una cosa importante per la chiesa cattolica periferica e delocalizzata. Non hanno nemmeno una bella chiesetta che rappresenti in degno modo l’istituzione. Ne fa fede il Daily Telegraph, che ha buttato giù la classifica (gallery) delle ventitré chiese più belle del mondo, e per l’Italia ha citato soltanto la Cappella Palatina di Palermo (quattordicesimo posto). E forse davvero San Giovanni in Laterano è un baraccone un po’ così, e San Vitale a Ravenna un’operina di scarso ingegno. E in effetti la Sagrada Familia a Barcellona è un capolavoro, e la chiesa fortificata di Virsci in Romania pure quello. Ma la Hallgrímskirkja in Islanda, per favore. E la Thorncrown Chapel a Eureka Springs, Arkansas, suvvia. C’è senz’altro un pizzico di sciovinismo, e di eterno anti-papismo, nel punto di vista estetico del giornalone britannico, ma forse a Francesco non sarà nemmeno dispiaciuto. Se volevano far capire che il cristianesimo non è una forma d’arte tipica del Belpaese, ci sono riusciti. Ad abbattere le chiese di Roma, probabilmente, ci riuscirà Virginia Raggi.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"