NUOVO CINEMA MANCUSO

"Un altro ferragosto". Il ritorno dei Molino e dei Mazzalupi

Mariarosa Mancuso

La recensione del film di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli, Laura Morante, Silvio Orlando, Christian De Sica

A furor di popolo, sostiene Paolo Virzì. Stanco di sentire spettatori che chiedevano conto dei Molino e dei Mazzalupi. Gli intellettuali Molino e i volgari Mazzalupi. I Molino che mai avrebbero visto le televisioni di Berlusconi. E i Mazzalupi che sul tetto della loro casa – erano vicini di vacanza a Ventotene – trafficavano con l’antenna.

I Molino leggevano sullo scoglio, i Mazzalupi turbavano la quiete con un puzzolente motoscafo. Era il 1996. Da allora, innumerevoli citazioni hanno ricordato “Ferie d’agosto”, bandiera dalla minoranza colta e silenziosa poco attenta ai decenni trascorsi. Nessuno legge più nessuno – tantomeno al mare: le cifre del “venduto”, se prendiamo la sterminata lista dei romanzi candidati allo Strega, sono scandalosamente basse. Poco male, sull’isola viene organizzato un cineforum con dibattito. Pochi spettatori, il solito patetico tentativo “chi vuole dire qualcosa?”. Si alza Emanuela Fanelli, vendicatrice di tutti noi. Finora non ha detto una parola, in qualità di moglie separata che aspetta solo l’assegno. Apre la bocca per una strepitosa invettiva contro i film tristi, lenti, d’autore apprezzati dalla famiglia Molino (che però al cinema non va). “Mi è piaciuto, tutto vero, tutto giusto, la vita è proprio così: una merda”. Applausi. La ragazza tonta è diventata influencer, qualche tardivo amore si rivela (o forse no?). Molino – Silvio Orlando vuole preservare la memoria di Ventotene. Solo il nipotino gli dà retta. 

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