La locandina del film Lego Batman

I mille volti di Batman (e della Lego)  

Stefano Priarone

Arriva “Lego Batman - Il film”, felice connubio fra un’icona pop e quella che ormai è la biblioteca borgesiana dell’immaginario fantastico dell’Occidente

Un vigilante, un eroe senza macchia, un idiota che si mette un costume da pipistrello, uno psicopatico non diverso dai criminali che combatte. Tutto questo (e anche di più) è Batman, il supereroe creato nel 1939 dallo sceneggiatore Bill Finger e dal disegnatore Bob Kane.

 

Esce oggi nelle sale “Lego Batman - Il film” diretto da Chris McKay, che racconta una classica storia sull’Uomo Pipistrello, giustiziere che combatte il crimine a causa di un trauma infantile (un criminale, quando era bambino, ha ucciso i suoi genitori di fronte a lui), incentrata sul rapporto con l'arcinemico Joker, con l’unica variante che come commissario al posto di Jim Gordon c’è la nipote, e figlia adottiva, Barbara (che nei fumetti è stata, fra l’altro, Batgirl). 

 

È uno spin-off di “The Lego Movie” di due anni fa: Batman, un po' gradasso ma simpatico, aveva conquistato gli spettatori, rubando la scena al supposto protagonista, il semplice omino dei Lego Emmet. Anche in versione “a mattoncini” l'Uomo Pipistrello è sempre credibile, forse anche di più che nella versione “dal vivo” che ne dà Ben Affleck (tornerà  al cinema a fine anno con il film della Justice League dove sarà assieme ai vari Superman, Wonder Woman, Flash). 

 

Del resto, quella Lego è soltanto una delle tante versioni del personaggio: in edicola arrivano i dvd della serie tv demenziale degli anni Sessanta, dove è interpretato da Adam West, sempre in edicola ci sono le serie a fumetti nelle quali è un eroe, seppur tormentato e la miniserie “Dark Knight III” di Frank Miller in cui è un vigilante un po’ fuori di testa.

Ed è sempre lui, sempre Batman, vero eroe dai mille volti. Nei fumetti forse il solo Paperino, che a seconda degli autori può essere pigro, iperattivo che fa mille lavori, sfortunato, mettersi la maschera di Paperinik (nato per citare Diabolik ma poi diventato sempre di più un supereroe con gadget privo di superpoteri, alla Batman) riesce ad avere tante facce come il Nostro. Ma Paperino, appunto, è un papero, nessun personaggio umano dei fumetti può reggere queste interpretazioni, tutte diverse, tutte accettabili. Nella serie a fumetti Planetary di Warren Ellis e John Cassaday gli autori fanno incontrare i membri della squadra di “archeologi dell’impossibile” (Planetary, appunto) con le varie versioni di Batman, in un affettuoso omaggio al personaggio. Di fronte ai loro occhi passa da supereroe anni Duemila che affascina la bella Jakita Wagner di Planetary a noioso poliziotto stile Adam West del telefilm (alla ragazza questo Batman piace meno) a vigilante anni Trenta (con tanto di pistola) come nei primi fumetti di Finger e Kane.

 

Se Batman è un personaggio-icona, al tempo stesso la Lego adesso è qualcosa di profondamente diverso dal passato: un simbolo di tutta l’avventura. Nelle loro scatole di giochi possono convivere supereroi Marvel (Capitan America, Wolverine, Hulk) e DC (Batman, Superman, Wonder Woman), Star Wars e Ghostbusters.

 Lo stesso si può dire dei cartoni: “The Lego Movie” era un gioiellino, “L’impero subisce ancora”, che mixava personaggi della vecchia e della nuova trilogia di Star Wars è stato fra i migliori episodi animati della saga di George Lucas (e probabilmente superiore almeno a due dei film della vecchia trilogia). Nel 1989 durante i festeggiamenti per i cinquant’anni del personaggio (era anche uscito il film di Tim Burton) lo sceneggiatore di fumetti Alfredo Castelli si chiedeva perplesso se Batman fosse diventato un cardine della civiltà occidentale. Lo è, e la Lego ormai si è trasformata in una sorta di borgesiana biblioteca di Babele del nostro immaginario fantastico.

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