Tokyo, il mercato del pesce di Tsukiji (foto Arian Zwegers via Flickr)

L'ultimo giorno del mercato del pesce di Tokyo

Giulia Pompili

La capitale giapponese si trasforma in vista delle Olimpiadi del 2020 e lo Tsukiji chiude per sempre. Una rivoluzione che non piace a nessuno, non per passatismo, ma per identità

Tokyo. Sabato (29 sttembre ndr) è l’ultimo giorno del mercato del pesce più grande e più famoso del mondo. Da oggi il pubblico non potrà più accedere allo Tsukiji, per facilitare le operazioni di trasloco definitivo. L’11 ottobre verrà infatti inaugurato il Toyosu Market, a poco più di due chilometri in linea d’aria dalla sede attuale. Un nuovo mercato, una specie di hangar asettico e igienizzato, per la capitale giapponese che si sta trasformando in vista delle Olimpiadi del 2020. Un maquillage, visto che gran parte dei negozietti fuori dal mercato resteranno lì, così come il mercato di frutta e verdura. Si sposta il pesce, che è il cuore della cultura culinaria giapponese, e non si potrà più comprare direttamente dai pescatori. Una rivoluzione che non piace a nessuno e non per passatismo, ma per identità. Anthony Bourdain, chef americano che più di ogni altro aveva capito il legame del cibo nipponico con la tradizione e la cultura, frequentava lo Tsukiji e si era battuto quando in America la Sanità voleva imporre l’uso dei guanti agli chef: senza il contatto diretto con il calore delle mani, diceva, il sushi semplicemente non è più sushi. La stessa cosa, per esteso, potrebbe accadere al mercato ittico di Tokyo.

 

Il progetto di ricollocazione dello Tsukiji, inaugurato nel 1935, va avanti sin dagli anni Cinquanta. Periodicamente qualcuno tirava fuori i problemi: il mercato è troppo centrale, troppo antico, troppo poco a norma per essere tenuto lì. Nel corso degli anni, lo Tsukiji però è diventato una delle attrazioni turistiche principali della capitale giapponese. Forse il luogo più visitato, e intorno al quale si muovono decine di business: quello dei ristoranti di sushi, quello delle guide turistiche, tra i più fruttuosi. La Tsukiji experience è una delle più frequentate sulla piattaforma AirBnb, e chi ha il coraggio di portare gli stranieri alla famigerata asta dei tonni si fa pagare parecchio. L'asta dei tonni, appunto, è una delle prime cose che si è fermata – già da un paio di settimane. Si farà anche allo Toyosu Market, ma i turisti la vedranno da dietro a un vetro, non sentiranno l'odore del pesce e gli schizzi di acqua e soprattutto non sentiranno le urla e i rumori dell'asta, che sono rimasti gli stessi dal 1935.

   

 

In ottantatré anni Tokyo è cambiata, non solo è finita l’èra Showa con la morte dell’imperatore Hirohito, ma il 2019 è anche l’anno dell'abdicazione di Akihito. Lo Tsukiji è uno dei pochissimi luoghi della capitale giapponese in cui tutto, invece, è rimasto uguale. Ieri, nonostante l’aria dismessa e i primi venditori, sui seicento che ci sono, già pronti al trasloco, il mercato interno era pieno di turisti, anche tantissimi giapponesi. Dentro al mercato ittico, tra gli scatoloni congelati e imballati in partenza anche per l’estero, c’erano per lo più visitatori armati di macchina fotografica: una presenza che è sempre stata poco tollerata dai venditori, e che dopo il trasloco non ci sarà più.

  

Secondo il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, il mercato così com’è è un problema di salute pubblica: tutta quella ittica è una enorme area coperta sempre bagnata per terra, dove i pescatori vendono mangiano sfilettano e fumano, e ogni chiosco ha la sua insegna, la stessa da almeno cinquant’anni, con gli stessi caratteri del passato remoto. Il trasloco è dunque anzitutto igienizzazione: l’ironia sta nel fatto che anche nell’area del nuovissimo Toyosu Market, tempo fa, sono state rilevate tracce di arsenico e altre sostanze tossiche.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.