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Al Sinodo sulla sinodalità le donne avranno diritto di voto

Matteo Matzuzzi

I temi sul tappeto sono tanti, benché al momento siano poche le persone in grado di dire con chiarezza quale sia l’obiettivo della grande assise voluta dal Papa

Il Sinodo sulla sinodalità entrerà nella sua fase decisiva in autunno. I temi sul tappeto sono tanti, benché al momento siano poche le persone in grado di dire con chiarezza quale sia l’obiettivo della grande assise voluta dal Papa. Ci sono episcopati che in nome della sinodalità hanno già chiesto di far celebrare messa alle donne, altri si sono limitati a riproporre i viri probati, altri ancora si sono celati dietro ai soliti discorsi molto densi di avverbi ma il cui contenuto sfugge ai più quando si tratta di passare dalle conferenze alla pratica.

 

Ieri però è stato compiuto un passo importante: su impulso diretto del Pontefice, infatti, è stato cambiato il sistema di reclutamento dei partecipanti e l’assemblea vedrà l’ingresso di molti giovani (questi gli auspici messi per iscritto) e – novità – “settanta non vescovi di cui la metà donne” con diritto di voto. I laici dunque entrano prepotentemente in gioco (ed è questo, più che il sesso del partecipante sinodale a rilevare). Si vedrà poi con quali risultati. In ogni caso, i cardinali Grech e Hollerich assicurano che “non è una rivoluzione”.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.