Il grande scisma della Chiesa
Il Sinodo tedesco voluto dai vescovi tedeschi non si ferma neanche davanti agli avvertimenti del Papa. Inchiesta su una catastrofe annunciata
Celibato sacerdotale e ruolo delle donne, morale e dottrina. Dalla Germania si va avanti, "costi quel che costi". L'unità cattolica è a rischio
Rainer Maria Woelki non è un vescovo ascrivibile alla fluida e rumorosa galassia dei cosiddetti conservatori tradizionalisti. E’ un mite professore che da qualche anno governa la diocesi di Colonia, succeduto all’energico Joachim Meisner che su quella cattedra ci rimase un quarto di secolo per volontà di Giovanni Paolo II, nonostante le proteste del clero locale e dell’intellighenzia cattolica locale. A settembre, in un’intervista all’agenzia cattolica tedesca, la Kna, Woelki disse che “il peggior risultato sarebbe se il percorso sinodale portasse a uno scisma con la chiesa universale. Sarebbe la cosa peggiore se qui venisse creata una sorta di chiesa nazionale tedesca”. Si riferiva, Woelki, al Sinodo biennale che la Conferenza episcopale ha convocato l’anno scorso, con pochi punti in agenda ma ben chiari: morale sessuale, celibato sacerdotale, ruolo della donna nella chiesa, abuso del potere clericale. Il fine dichiarato è quello di ristabilire una sorta di fiducia con il popolo fedele dopo gli scandali relativi agli abusi sessuali su minori portati a galla da inchieste e rapporti ufficiali. Il percorso biennale, che fin dalle prime battute è stato definito “vincolante”, è iniziato lo scorso gennaio: 230 tra vescovi e arcivescovi e – fattore non indifferente – laici in numero uguale. La piccola minoranza conservatrice, i cui presuli si contano sulle dita di un mano, aveva cercato di smussare gli angoli più “pericolosi” del programma, capendo fin dal principio che con quei punti all’ordine del giorno – e con la concessione del voto anche ai laici – il Sinodo vincolante avrebbe portato ineluttabilmente a una frattura con Roma. Ma il cardinale Reinhard Marx – che lanciò l’iniziativa – e il suo successore alla testa dei vescovi, mons. Georg Bätzing, hanno respinto dubbi e perplessità: si va avanti, costi quel che costi. E, in questo caso, non è davvero solo un modo di dire.
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- Matteo Matzuzzi
Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.