Dnilo Toninelli e Barbara Lezzi (foto LaPresse)

Toninelli, l'Harpo Marx del governo

Massimo Bordin

Ha ragione il governatore Toti a difenderlo dalle critiche per il suo pugno chiuso in Aula. Ma il fatto è che qualsiasi cosa faccia il ministro appare immediatamente ridicola a tutti

Ha ragione il governatore ligure Giovanni Toti a difendere il ministro Toninelli, con il quale in altre occasioni non è stato certo tenero, dalle critiche davvero eccessive per la sua esultanza in Aula dopo l’approvazione del decreto su Genova, Ischia e il centro Italia colpito dal terremoto. Toti ha ragione perché sono ampiamente reperibili foto di ministri di centrosinistra esultanti in modo poco parlamentare, dopo un voto favorevole, senza che seguissero polemiche. Anche la gestualità può essere tutt’al più definita originale ma non inedita. In rete si ritrova una foto del Cavaliere che brandisce il pugno chiuso, non si capisce bene se durante un comizio o allo stadio. In merito è certa una sola cosa: un gesto del genere fra gli ex comunisti o più in generale i dirigenti del Pd, è rarissimo e quando si manifesta ha un evidente senso ironico, come nel caso di una foto del sindaco di Milano durante la sua campagna elettorale. I comunisti italiani propriamente detti si sono piuttosto ispirati a Giorgio Amendola quando diceva che il Pci era il partito della mano aperta e non del pugno chiuso. Impossibile trovare una foto di Armando Cossutta in quella posa. Le eccezioni sono da trovare nell’area cosiddetta gruppettara degli anni Settanta, ma è acqua passata. Impossibile dare una valenza di provocazione politica al gesto del ministro. Ha ragione Toti, ma il fatto è che qualsiasi cosa faccia Toninelli appare immediatamente ridicola a tutti. E’ un po’ l’Harpo Marx (foto a destra) della compagnia.