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Il programma economico di un governo che balla sul precipizio

Massimo Bordin

Cosa può fare Conte per tranquillizzare mercati e Ue stressati dalle dichiarazioni di vicepremier, ministri e sottosegretari?

Nel 1972 Pietro Zullino, allora direttore di Epoca, pubblicò sul settimanale un confronto che aveva organizzato a Palermo fra Leonardo Sciascia, che, come molti sanno, era di Racalmuto, e Ugo La Malfa che come sanno in meno era nato a Casteldaccia. Il titolo della conversazione fu “Pessimisti a confronto” e nel testo non si mancò di notare come il loro pessimismo fosse di carattere particolare, siciliano. Il 1972 fu un anno di crisi economica e politica. Sciascia e La Malfa terminarono il dibattito dandosi, con un pizzico di humor nero, un appuntamento nel futuro prossimo “sull’orlo del baratro”, immagine che allora aveva fatto ingresso nella descrizione giornalistica della situazione del nostro paese.

 

Senza più uscirne, come comprova il titolo del commento pubblicato ieri da Resto del Carlino e Nazione a firma del figlio di Ugo La Malfa, Giorgio. Nel titolo si parla di un “balletto sul precipizio”. Insomma, sempre lì siamo anche se cambiano le situazioni e i personaggi.

 

Giorgio La Malfa considera urgente una chiara presa di posizione del presidente del Consiglio sul programma economico del governo per tranquillizzare mercati e Ue stressati dalle dichiarazioni di vicepremier, ministri e sottosegretari. Lasciamo pure perdere ogni considerazione sulla figura del presidente Conte. Lui si definisce “avvocato del popolo”, autorevoli analisti lo dipingono come enigmatico, altri come un notaio privo di autonomia ma non è questo il punto. Cosa mai potrebbe fare Conte di fronte a una situazione in cui il programma economico del governo viene riassunto da Luigi Di Maio, in una recente intervista al Fatto, con tre sole parole, “Tutto è possibile”?

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