Roberto Calvi

Carta stampata, fra libri e avvoltoi

Massimo Bordin

Richiesta di archiviazione presentata dal pm Luca Tescaroli al gip di Roma, che l’ha accolta, a proposito di una indagine sull’omicidio del banchiere Calvi, Cosa nostra, il Vaticano e la massoneria.

“Gli avvoltoi della carta stampata, in linea con il potere criminale del nostro paese, solitamente attendono al varco le archiviazioni di indagini o le assoluzioni nei processi di mafia e poteri occulti per poter scrivere che era tutto falso e annullare in un batter d’occhio le minuziose raccolte di prove dei pm su fatti tanto tragici quanto complicati”. La prosa del direttore di AntimafiaDuemila, organo ufficioso della procura di Palermo ai tempi del dottore Ingroia, si riferisce ad una richiesta di archiviazione presentata dal pm Luca Tescaroli al gip di Roma, che l’ha accolta, a proposito di una indagine sull’omicidio del banchiere Calvi, cosa nostra, il Vaticano e la massoneria. L’aspetto singolare della faccenda sta nel fatto che su quell’omicidio a Roma si è già tenuto un processo dove gli imputati sono stati assolti malgrado la profusione di argomenti prodotti dall’accusa rappresentata dallo stesso pm Tescaroli e analogo verdetto sia stato pronunciato in appello. L’indagine successiva affrontava di nuovo la questione analizzando, diciamo così, gli elementi di contesto e lo stesso pm ha convenuto alla fine che non c’era materia sufficiente per un altro processo. Un risultato però il pm l’ha ottenuto perché il gip, archiviando, ha scritto che nelle sue carte Tescaroli ha consegnato comunque “una ipotesi storica dell’assassinio difficilmente sormontabile”. Come ipotesi. Di tipo storico. Processualmente inutilizzabile, visto che viene archiviata. Se ne potrà fare un libro. Varrà come una sentenza?

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