Le foto di Amedeo Mancini, un po' vittima anche lui

Massimo Bordin
Quella foto di gruppo in cui era insieme a militanti del M5s con tanto di bandiera, per la cui lista aveva firmato. Quella foto fa il paio con un’altra pubblicata in rete, dove si vede una manifestazione di Casa Pound dove sventola la bandiera del gruppo fascista. Ma

Confesso che la foto mi era sfuggita, ed è grave visto il mestiere che faccio. Stava sul Fatto di ieri ed era nel taglio basso di pagina 6 a illustrare un articolo di Sandra Amurri sul delitto di Fermo. L’ho vista solo nel pomeriggio. C’è Amedeo Mancini, l’omicida, in una foto di gruppo insieme a militanti del M5s con tanto di bandiera, per la cui lista Mancini aveva firmato. Quella foto fa il paio con un’altra pubblicata in rete, dove si vede una manifestazione di Casa Pound dove Mancini sventola la bandiera del gruppo fascista. Ma qui non si vuol sostenere che ci sia intercambiabilità di ruoli fra i fascisti e i pentastellati. Non ci penso neppure e se qualche volta mi viene il dubbio c’è più di un argomento razionale per scacciarlo. Anzi, pur notando una indulgenza non ordinaria negli articoli del Fatto verso un arrestato, posso credere a Sandra Amurri quando descrive Mancini come un povero cristo, indigente ma generoso, purtroppo incline alla rissa. E attratto, oltre che dal calcio, dalla politica, verrebbe da aggiungere.

 

Più che pensare a oscuri complotti può ritornare in mente un bellissimo film di Louis Malle, “Lacombe Lucien”, aspramente criticato all’epoca dai critici politicamente corretti e di sinistra. Il protagonista era un giovanotto finito in una banda di fiancheggiatori dei nazisti nella Francia occupata. Fa bruttissime cose senza nemmeno sapere che si dice prima il nome e poi il cognome e soprattutto senza nemmeno capire perché sta con quella gente. Forse Mancini è un po’ così, violento ma “povero cristo”. Un po’ vittima anche lui. Ma quelli che se lo sono portato dietro le loro bandiere, no.

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