La coppia di nigeriani aggredita a Fermo

Le tre Italie divise sul caso di Emmanuel Chidi Namdi

Antonio Gurrado
Più passa il tempo, più dalla triste storia di Emmanuel Chidi Namdi vedo emergere tre Italie. Una chiamiamola Italia tifosa, anche se solo per comodità può essere identificata nelle frange oltranziste delle curve di ultrà; è più in generale l'Italia becera che non riesce a elevare il proprio raziocinio al di sopra del coro da stadio o dell'ingiuria rutilante.

Più passa il tempo, più dalla triste storia di Emmanuel Chidi Namdi vedo emergere tre Italie. Una chiamiamola Italia tifosa, anche se solo per comodità può essere identificata nelle frange oltranziste delle curve di ultrà; è più in generale l'Italia becera che non riesce a elevare il proprio raziocinio al di sopra del coro da stadio o dell'ingiuria rutilante, della protesta sempliciotta, del tatuaggio invasivo e di un certo romanticismo ardito, sudamericanizzante e da show televisivo del pomeriggio. È la nazione dell'uccisore e di chi lo vuole morto; questa Italia mena e spacca. L'altra chiamiamola Italia culturale, anche se solo per comodità può essere identificata in una fascia d'istruzione superiore che connota una superiorità morale autocertificata e indimostrabile; è più in generale l'Italia ciarliera che non perde occasione di additare colpevoli dagli scranni di giornali o social network, e che, pur di inveire su intere categorie sottosviluppate ai propri occhi, non esita a santificare le vittime e a bersi qualsiasi narrazione edulcorata circoli online, snocciolando hashtag convoluti quale segno di massimo impegno.

 

È la nazione di chi su Repubblica spiega il gesto dell'uccisore rivelando che è di destra; questa Italia parla parla e non combina niente. La terza chiamiamola Italia religiosa, oppure Italia cristiana come si sarebbe chiamata se, anziché sul lavoro, fosse stata fondata su una religione di Stato in cui è scritto a chiare lettere che siamo tutti fratelli e che uccidere è peccato. È la nazione dei sacerdoti e delle suore che hanno accolto i due nigeriani, hanno benedetto la loro unione e li hanno riassestati, vedendo in loro non rifugiati politici né nemici razziali ma il ritratto della sofferenza di Cristo in ogni uomo. Questa Italia aiuta le persone, e le avrebbe aiutate molto di più se non fosse rimasta una pia aspirazione uccisa a baionettate nel 1870.

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