Quel che non torna nella proposta di legge sul fine vita

Claudio Cerasa

La legge sul biotestamento vuole rendere l’idratazione una terapia farmacologica e trasformare il medico in un mero esecutore testamentario. Il direttore Claudio Cerasa risponde a Marco Cappato

Al direttore - Si legge nel vostro editoriale che l’“eutanasia è vietata dalla Costituzione”. Un lettore si aspetterebbe dunque di trovare un articolo della Costituzione che vieta l’eutanasia. Falso. La Costituzione non ne parla proprio, né di eutanasia né di sinonimi. Nell’editoriale è scritto anche che “il bere e il mangiare non sono cure”. Si omette di precisare che – anche volendo far finta che nutrizione e idratazione artificiali siano come andare in trattoria – nessuno può essere obbligato a bere e mangiare, proprio come nessuno può essere obbligato a curarsi. L’opinione contraria a eutanasia e biotestamento vale quanto quella favorevole. Giocare con le parole, invece, non vale nulla.

Marco Cappato

 

L’idratazione e la nutrizione artificiale non sono in alcun modo una terapia farmacologica. La legge sul biotestamento vuole invece rendere l’idratazione una terapia farmacologica, vuole trasformare il medico in un mero esecutore testamentario, vuole trasformare in legge dello stato qualcosa che non si può normare e che riguarda la zona grigia dei rapporti tra paziente, medico e famiglia. Una legge sul biotestamento è giusta, una legge sull’eutanasia no.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.