Una manifestazione a sostengo della legge sul biotestamento (foto LaPresse)

“Votate contro la 'morte di Stato”. L'appello del Centro Studi Livatino ai senatori

Redazione

Mentre a Palazzo Madama riprende la discussione sul biotestamento, il Centro Studi invita i parlamentari a “far prevalere la  coscienza sulle indicazioni di partito” 

È ripresa questa mattina, nell'aula del Senato, la discussione sul disegno di legge, già approvato dalla Camera, sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (il cosiddetto biotestamento). Prima dell'avvio dei lavori il Centro Studi Rosario Livatino ha inviato, a ciascun senatore, un appello invitandoli ad ascoltare la propria coscienza e a votare contro la “morte di Stato”.

  

“La legislatura che sta per concludersi - si legge nell'appello - verrà ricordata come quella della più forte concentrazione di leggi ostili alla famiglia e alla vita, in linea con decisioni giudiziarie che hanno quasi sempre preceduto le scelte del Parlamento. La legge sulle cosiddette dat conclude con distruttiva coerenza un percorso demolitorio: le norme in essa contenute hanno la sostanza dell’eutanasia, dell’abbandono del soggetto debole, della compromissione della professione medica, dell’introduzione del principio della disponibilità della vita”. 

 

“Ci sono momenti nella Storia - prosegue - nei quali un coraggio non dimostrato prima diventa occasione di riscatto. Ancora oggi si ricordano con ammirazione coloro che, vivendo in regimi totalitari, hanno preferito il rispetto della propria coscienza all’ossequio a tirannie antiumane. Non inganni la circostanza che il nuovo totalitarismo si manifesta oggi senza carri armati e con il voto della Camera e del Senato: quando vi è una sostanza di selezione eugenetica, permessa dall’introduzione della fecondazione eterologa, di soppressione del più debole, sia all’inizio sia alla conclusione sia nei momenti critici dell’esistenza, di frantumazione della famiglia dietro semplice richiesta, di dissolvimento dell’individuo grazie alla facile diffusione della droga, la circostanza che tutto questo sia espresso da maggioranze o da sentenze in nome del popolo italiano non elimina sinistre similitudini con i più oppressivi regimi del XX secolo”.  

 

Insieme all'appello il Centro ha inviato anche un documento riassumendo le ragioni per cui chiede ai senatori “di votare contro la 'morte di Stato'”. “Non è sufficiente - aggiungono -, grazie anche alle leggi approvate e alla sentenze pronunciate negli ultimi cinque anni, ritrovarsi in una Nazione che registra un drastico calo delle nascite, e un parallelo e altrettanto significativo aumento dei morti? Perché non rendersi conto che l’eutanasia a cui ella si appresta a dare il suo voto costituisce il sigillo funesto a un Paese avviato sulla strada della sua scomparsa demografica e culturale? Faccia prevalere la sua coscienza sulle indicazioni di partito. Non lasci il suo nome iscritto fra i sostenitori del nuovo totalitarismo”.