bandiera bianca

Il senso di Attal per la scuola

Antonio Gurrado

Il vero motivo di fascino del nuovo primo ministro francese è la sua ideologia didattica: che una scuola più esigente sia un vantaggio per i deboli

Il vero motivo di fascino del nuovo primo ministro francese, ed ex ministro dell’istruzione, sta nella sua posizione sulla scuola. Il fulcro dell’ideologia didattica di Gabriel Attal è che una scuola più esigente sia un vantaggio per i deboli. Noi, saturi di frainteso don Milani, troviamo controintuitiva quest’affermazione: pensiamo infatti che a garantire maggiormente i deboli sia invece una scuola per nulla esigente, una scuola non selettiva ma inclusiva, una scuola che non ti bocci se non sai abbastanza ma ti promuova anche se non sai una cippa. Riteniamo che sia la strategia vincente perché appiana le differenze fra chi proviene da un ambiente privilegiato e colto, come Attal, e i deboli che hanno alle spalle contesti disagiati o degradati. Il guaio sta però nel lungo termine: il debole che entra ignorante nella scuola inclusiva ne esce altrettanto ignorante benché con un diploma inutile, che hanno tutti. Nella realtà cui ambisce Attal, e che fa venire i mancamenti ai nostri soloni della didattica, il debole che entra ignorante in una scuola esigente può istruirsi per progredire ed emanciparsi dalla propria debolezza d’origine. Solo la scuola esigente può garantire al popolo l’opportunità di far parte dell’élite, anziché odiarla.

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