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Bandiera Bianca

Il tennis di serie A e quello di serie B

Antonio Gurrado

Grandi slanci e rullo di tamburi per Sinner alle ATP Finals, segretezza carbonara per la finalissima tenniste della nazionale italiana

I lotofagi della domenica pomeriggio, quelli che per garantirsi una periodica parentesi di rifiuto del mondo saltabeccano fra le piattaforme da una competizione all’altra, ieri non avranno mancato di notare un dettaglio malizioso. Per l’ottimo Jannik Sinner, che tornava a esordire alle ATP Finals, squilli di tromba e diretta dalle 14:30 su Rai 2. Le ragazze della nazionale italiana di tennis, che alle 15 iniziavano la finale della versione femminile della Coppa Davis contro il Canada, bisognava invece andare a pescarle su Supertennis, nei canali alti del digitale terrestre. Sempre che si sapesse che giocavano, poiché una sorta di segretezza carbonara ha avvolto la loro impresa sportiva così come i loro nomi: Martina Trevisan, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto. Poi, vabbe’, Sinner ha vinto e loro hanno perso, ma a battage immutato sarebbe potuto benissimo accadere il contrario. Ora io di tennis davvero non me ne intendo, sono uno spettatore dilettante quindi non saprei quantificare la maggiore o minore rilevanza di un torneo rispetto all’altro; sarà questione di montepremi, di sponsor, di ranking dei partecipanti, dobbiamo chiedere a Giorgia Mecca. Capisco però che Sinner aveva già partecipato allo stesso torneo due anni fa mentre le tenniste avevano riportato l’Italia in finale dopo un buon decennio; Sinner affrontava un insulso gironcino (nel tennis, mah) mentre le tenniste disputavano una finalissima; Sinner giocava a titolo personale mentre le tenniste difendevano bandiera e maglia dell’Italia in una storica competizione per nazionali, di recente intitolata a Billie Jean King, la tennista che nel 1973 aveva sconfitto Bobby Riggs nel più celebre match singolo misto della storia. E che ieri, invece, ha perso anche lei.

 

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