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Bandiera Bianca

Ammettiamolo: è la società che sta rovinando la scuola, non il contrario

Antonio Gurrado

Come insegnano le ultime vicende di cronaca, in Italia si affida all'istruzione la responsabilità di qualsiasi cosa accada. L'importante è derubricare ogni emergenza sociale a emergenza educativa

Da Bari a Milano, il professore dell’Istituto Romanazzi contro il quale un alunno ha puntato una pistola e la festa non autorizzata del liceo Leonardo, finita in rissa con furti e spargimento di spray urticante al peperoncino, hanno un comune sottotesto: l’asimmetria fra scuola e società. Da un lato, infatti, la società si rimette del tutto nelle mani della scuola, le affida la responsabilità di ciò che accade in aula e per strada, si riempie la bocca col derubricare qualsiasi emergenza sociale a emergenza educativa.

Dall’altro lato, invece, la scuola si confina in una situazione di extraterritorialità, con pene e ricompense avulse dal resto del Paese, concedendo così agli studenti di godere all’interno delle sue mura di tutti i privilegi del diritto d’asilo e, quindi, di un’impunità sostanziale. Così a Milano la scuola viene posta in stato d’accusa per una festa che gli studenti hanno organizzato autonomamente, di sabato sera, fuori dal liceo, di modo tale che i genitori possano lavarsi le mani di quel che fanno i figli anche fuori dall’orario scolastico, riducendone l’intera identità all’essere alunni.

Così a Bari il ragazzo che ha puntato una pistola contro il professore e ha sparato, per fortuna a pallini, non subirà le stesse conseguenze in cui sarebbe incorso se l’avesse fatto per strada a un passante o in ufficio a un collega; nessuno sporgerà denuncia, il consiglio di classe delibererà un provvedimento disciplinare più o meno blando e tutti potranno andare avanti a dire che c’è un’emergenza educativa e che la scuola sta rovinando la società, pur di non ammettere che la società sta rovinando la scuola.

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