Il ministro dell'Istruzione Valditara (LaPresse)

contro mastro ciliegia

Fessi in condotta

Maurizio Crippa

La riforma del voto in condotta va nella direzione indicata da Mattarella per "incoraggiare il lavoro degli insegnanti". Ma per la solita eterna litania di sigle astruse e mal assortite nemmeno questo va bene: "Progetto di scuola autoritaria", tuonano

Non c’è niente da fare, metti insieme la solita eterna litania di sigle astruse e mal assortite – Flc-Cgil, Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Coordinamento genitori democratici – e il risultato è sempre quello, un mix grottesco e disperante. Persino quando parla Mattarella, niente, a loro non va bene manco Mattarella. Inizia l’anno scolastico, il Presidente Saggio va nella Forlì ancora ferita e dice: “Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada… restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli”. Lo stesso giorno, il governo vara un piccolo e saggio provvedimento che va in quella stessa strada: la riforma del voto in condotta: alle superiori il 6 produrrà un “debito” (in educazione civica), e il 5 varrà la bocciatura. Il minimo sindacale per poter fare scuola. Ma ecco che arrivano loro, Mattarella o non Mattarella: “Si punta a un progetto di scuola autoritaria in cui lo strumento di contrasto principale diventa il voto in condotta”. Se riuscite a capire cosa significa, vi meritate un 10 in condotta, ma anche in tutte le materie.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"