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Bandiera bianca

D'estate le case editrici si illudono che il caldo trasformi gli italiani in lettori

Antonio Gurrado

Chi compra un libro ha in omaggio un telo mare o uno zaino ruvido o una borsa di tela perché il gadget incentiva gli acquisti. E così il libro viene ridotto a iniezione da accettare in cambio di una caramellina

Devo essermi distratto perché, in libreria, il commesso vuol darmi un telo da mare. Al che mi guardo attorno e, da alcuni significativi dettagli rivelatori fra cui l’ingente quantitativo di libri, traggo conferma di non essermi confuso: è proprio una libreria, non una merceria. Il sospetto però riaffiora quando il commesso cerca di rifilarmi una borsa di tela, chiedendomi se non preferirei invece un ruvido zaino color resistenza sui monti. Allora capisco: è arrivata l’estate, le case editrici si illudono che il caldo trasformi gli italiani in lettori – o che la pausa dal lavoro li annoi al punto da farli leggere anziché, che so, stare su TikTok – e cercano di incentivarli alle compere col profluvio di gadget. Certo sarebbe interessante se gli altri negozi facessero altrettanto: un libro in regalo a chi compra due teli da mare, un romanzo per chi acquista uno zaino, un saggio di fluidodinamica per i clienti di una profumeria, una storia illustrata del cricket a chi si rifornisce di articoli da giardino. Allora sì che i libri risulterebbero genere di prima necessità; il gadget in libreria lo riduce invece a inutile orpello, a iniezione da accettare in cambio della caramellina. Sento montarmi dentro l’istinto all’invettiva gelida, spietata e inesorabile; fa caldo però, quindi addivengo a più miti consigli e mi accontento di uscire con una borsa di tela che reca il sembiante cipiglioso di Thomas Bernhard.

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