È davvero così necessario riaprire subito le librerie?

Antonio Gurrado

Leggere i libri nutre l’anima e offre pane ai nostri denti spirituali. Ma a volte è meglio rileggerli

Ma è vero che bisogna aprire subito le librerie perché comprare libri nutre l’anima e offre pane ai nostri denti spirituali, come ha scritto qualcuno sul Manifesto? L’ho domandato al libro che sto leggendo, il quale mi ha risposto così: “Siamo talmente sommersi dalla quantità di libri, da non comprendere che un libro solo può essere prezioso”. Be’ grazie, gli ho detto, a dare risposte sibilline sono buoni tutti; ma in questo periodo di penuria editoriale come conviene comportarsi? “Assai”, ha risposto, “assai meglio leggere un solo libro sei volte che leggere sei libri diversi. Infatti, se un libro ha tanto potere da attrarci alla lettura per ben sei volte, vuol dire che potrà darci ogni volta una più profonda esperienza e arricchirci l’anima di sentimenti e pensieri”. Allora per nutrire l’anima coi denti spirituali non è così necessario riaprire le librerie seduta stante? “Sei libri letti una sola volta”, ha concluso perentorio, “non ci daranno che un’accumulazione di sapere superficiale, l’opprimente accumulazione dei nostri tempi moderni: quantità senza valore reale”. Io però ho guardato con un certo sospetto il libro che sto leggendo, temendo parlasse un po’ pro domo sua: è una quarantenne edizione economica di “Apocalisse”, la cosa più interessante che David Herbert Lawrence abbia mai scritto. Ciò nonostante, nessuno lo ristampa da un quarto di secolo: era lì che mi aspettava da non so quanto, negletto su uno scaffale domestico; se avessero già riaperto le librerie per nutrirmi l’anima mettendo libri sempre nuovi sotto i denti spirituali, non l’avrei letto giammai.    

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