Discutere con le persone è inutile, figurarsi con le macchine

Antonio Gurrado

A San Francisco Dan Zafrir, campionissimo di dibattito filosofico, ha sfidato in una gara di retorica l'Ibm Project Debater. Il computer non se la cava benissimo, ma per il pubblico ha vinto

Già è inutile discutere con le persone, figuriamoci con le macchine. Eppure c'è chi lo fa traendone diletto: a San Francisco un tal Dan Zafrir, campionissimo di dibattito filosofico, ha sfidato in una gara di retorica la macchina Ibm Project Debater. Di là dal sembiante poco attraente (è un parallelepipedo), Project Debater ha dalla sua una suadente voce femminile e un'intelligenza artificiale allenata a costruire argomentazioni convincenti, a controbattere alle obiezioni che le vengono poste e a inerpicarsi su ragionamenti capziosi allo scopo di mettere in difficoltà gli avversari. Sembrerebbe perfetta per un talk show, più che per un podio universitario, non fosse che alcuni bug la metterebbero in difficoltà col test di Turing. Il Guardian riferisce che Project Debater si è incantata a ripetere lo stesso concetto più volte di fila con parole simili, è scivolata su un errore tecnico nell'audio e si è lanciata nel raccontare aneddoti che, provenendo da un retore così asettico, sono risultati raggelanti. Non è difficile infatti capire quale sia la differenza fra questa sfida e quella celeberrima, a scacchi, fra Kasparov e il computer Deep Blue. Lì dove gli scacchi vedono la creatività umana limitata dalla dura oggettività delle mosse, tale che se determinate pedine risultano in una determinata posizione vuol dire che qualcuno ha vinto e qualcuno ha perso indipendentemente dall'essere uomo o macchina, la sfida dialettica vive del margine indistinto della persuasione, una zona grigia in cui conta meno ciò che si dice rispetto a come lo si enuncia e alla figura che si rimedia: è la reazione soggettiva del pubblico a stabilire il vincitore di un dibattito. Solo che a San Francisco il pubblico, chiamato a esprimersi col voto, ha accordato la propria preferenza a Project Debater sul povero Dan Zafrir, il quale pur con tutti i suoi limiti non sarà parso così inetto da blaterare occasionali parole senza senso. Il rischio dunque non è di venire soppiantati dalle macchine ma di affezionarci troppo.

 

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