Il libro di Michael Wolff, "Fire and Fury" (foto LaPresse)

Diffidate di chi ha letto un solo libro, e di chi non sa distinguerne uno dall'altro

Antonio Gurrado

Trump è il monobiblista per eccellenza, ed è un male. Ma molti dei suoi oppositori bibliofili sembra siano rimasti ingannati da un equivoco grossolano

Bisogna guardarsi dall'uomo di un solo libro e, in effetti, al mondo chi è affetto da monobiblismo più di Donald Trump? Il tycoon presidente è rinomato - poiché se ne vanta egli stesso - per avere letto un unico libro, che è il suo preferito anche perché l'ha scritto lui: "The Art of the Deal", "L'arte di fare affari". E' inevitabile dunque che la resistenza antitrumpiana consti di lettori forti, che nella familiarità con volumi e scaffali vedono il marchio di una disparità antropologica inconciliabile; è anzi fatale, oltreché ironico, che i peggiori guai per Trump siano giunti proprio da un libro, quello di Michael Wolff, che a questo punto sarà costretto a leggere raddoppiando d'emblée il proprio bagaglio culturale. Se non che il grande successo di "Fire and Fury", apprendo da Repubblica, ha fatto levitare le vendite di un altro "Fire and Fury" che però non c'entra niente, essendo stato scritto da Randall Hansen dieci anni fa per parlare dei bombardamenti alleati sulla Germania nazista. E' indicativo che la resistenza culturale a Trump passi da quest'equivoco: ci ricorda che bisogna diffidare anche degli uomini che non riescono a distinguere un libro dall'altro.

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