Una manifestazione contro Charlie Hebdo a Quetta in Pakistan (foto LaPresse)

Charlie Hebdo chiude (per ora). I terroristi hanno vinto

Giulio Meotti

“Abbiamo ucciso Charlie Hebdo”, urlarono i fratelli Kouachi, mitra in pugno, all’uscita dalla redazione del settimanale satirico francese, dopo la strage che costò la vita a molti giornalisti e vignettisti. Adesso arriva l’annuncio traumatico del giornale: l’uscita del nuovo numero è rimandata a data da definire.

“Abbiamo ucciso Charlie Hebdo”, urlarono i fratelli Kouachi, mitra in pugno, all’uscita dalla redazione del settimanale satirico francese, dopo la strage che costò la vita a molti giornalisti e vignettisti. Adesso arriva l’annuncio traumatico di Charlie: l’uscita del nuovo numero è rimandata a data da definire. E’ una reazione naturale: gli assassini del jihad hanno decimato la redazione. Ma la decisione di non tornare in edicola, di interrompere la pubblicazione, è un segnale non da poco che va letto alla luce di quelle urla infami dei terroristi.

 

Sull’onda di una emozione impressionante e di una solidarietà di massa, Charlie Hebdo aveva stampato subito un numero della rivista, tirando sette milioni di copie, ma in gran parte era stato già cucinato prima della strage. E’ adesso che si capirà cosa succederà, se l’occidente avrà davvero il fegato e la capacità di reagire o se sceglierà di capitolare. Per adesso, ovunque in Europa chiudono le mostre sull’islam, numerosi carnevali stanno bandendo i riferimenti a Charlie, numerosi film vengono tolti dai cinema e quasi tutta la stampa anglosassone ha scelto di non mostrare le vignette francesi. La cultura europea si sta arrendendo. Ovunque un’ondata di autocensura è diventata montante.

 

Il diritto di esprimere la propria opinione, fosse pure in modo volgare, e di mettere in discussione i tabù, fossero pure maggioritari, è un diritto acquisito della democrazia e pagato molto caro, anche dai giornalisti di Charlie Hebdo. Questa autocensura, questo silenzio, quest’aria di sudditanza, è quindi una regressione epocale.

 

Magari i giornalisti di Charlie Hebdo avranno la forza di tornare a scrivere e a disegnare come prima. Ma per adesso, i terroristi hanno vinto.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.