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Il voto sulla questione libica

Ora che Obama reagisce si capisce com’è inattivo il mondo senza America

La primavera araba – che con le rivolte in Libia, in Bahrein, in Yemen ha perso il suo slancio pacifico: molti analisti sostengono che ormai sia “over”, passata, è arrivato l’autunno – ha mostrato al mondo com’è la politica internazionale quando gli Stati Uniti rinunciano alla loro leadership. Indecisa, divisa, inefficace, lenta.

18 MAR 2011

Gli inglesi si fanno prendere in giro, ma Cameron è l’unico con un’idea

Forse un giorno ci spiegheranno che cosa avesse in mente il governo di Londra quando ha deciso di mandare a Bengasi una missione segreta per prendere contatti con i ribelli – talmente segreta che neanche i ribelli ne erano a conoscenza. Un team composto da otto persone, un diplomatico, un funzionario dell’MI6 e sei uomini del Sas (corpo d’élite britannico nato – ironia della sorte – proprio nell’Africa del nord ed emulato in tutto il mondo) è arrivato a Bengasi in elicottero.

12 MAR 2011

Sotto la piazza, l’abisso? / 5

Alla Libia manca un'alternativa, all'Europa manca Blair

L’alternativa a Muammar Gheddafi è, da una parte, l’entourage del suo figlio più mondano, Saif al Islam, quello che ha aiutato gli islamici a uscire dalle prigioni e inserirsi nella società, quello che voleva giocare a fare il riformatore, quello che ha detto, senza battere ciglio, al suo popolo in rivolta: smettetela o vi schiacceremo. Leggi l'intervento di Vittorio Emanuele Parsi - Leggi l'intervento di Giulio Meotti   - Leggi l'intervento di Fiamma Nirenstein - Leggi l'intervento di Giorgio Arfaras

24 FEB 2011

I dolori di Kouchner, quando l’ouverture brucia pelle e carriera

Bernard Kouchner sta sempre stretto. Non conosce più alcun luogo in cui riesca a sistemarsi, a sentirsi comodo, a suo agio, tranquillo. Il ministro degli Esteri francese, simbolo e martire dell’ouverture sarkoziana, è dato in uscita dal governo in vista dell’imminente rimpasto. Che cosa farà poi il dottor Kouchner, l’ex paladino della gauche arruolato dall’esercito presidenziale all’indomani della vittoria sui socialisti.

15 NOV 2010

Supermamma sarai tu

Avevo giurato mai più. L’avevo detto a mio marito, assertiva: la questione dei figli si chiude qui, sono quasi morta di parto per mettere al mondo Anita, non so più che cosa vuole dire dormire tre ore di fila, devo passare dalla lista della spesa alle rotte delle navi da guerra nel canale di Suez fingendo di capirci qualcosa di entrambe, e poi tu non ci sei mai, i figli si fanno in due, altrimenti me ne torno dai miei.

12 LUG 2010

L'analisi

Al G20 l’America eccitata dalla crescita sfiderà un’Europa depressa e sospettosa

Angela Merkel si sente tranquilla, dice che a Toronto, per il G20, ci sarà “una discussione molto rilassata” sulla sua – contrastata – vocazione per l’austerità. Ad agitarsi piuttosto sono gli americani, che hanno mosso l’artiglieria pesante per contrastare la cancelliera tedesca, madrina della nuova moda europea di sistemare i conti senza badare più di tanto alla crescita.

25 GIU 2010

Indovina chi ride adesso

Il 6 maggio 2010, giorno del cinquantasettesimo compleanno di Tony Blair, si terranno le prossime elezioni inglesi, le prime in tredici anni senza l’ex premier neolaburista come candidato. Per i nostalgici, ci sono alcune piccole consolazioni: c’è un simil Blair nel campo conservatore, il leader David Cameron, che ha avuto il merito (per ora più o meno l’unico, seppure decisivo) di riportare i Tory verso il centro e nei cuori dei britannici, togliendo quella patina di “brutti e cattivi” che si era appoggiata sopra al partito in tanti anni di opposizione.

06 MAG 2010

Così una riforma tutt’altro che radicale scatena gli istinti più radicali

"Non è una riforma radicale, ma è una riforma molto importante”, ha detto Barack Obama commentando esultante, domenica notte, il voto alla Camera della legge che estende a 32 milioni di americani la copertura sanitaria. Il presidente sa che dell’ispirazione originaria, della grande rivoluzione bipartisan, non si è salvato molto, ma poter mettere il proprio nome in calce alla riforma, dopo gli storici fallimenti dei Roosevelt dei Truman dei Johnson e dei Clinton, ha già un che di inebriante. “This is what change looks like”.

23 MAR 2010

Il Rahm è nudo

Non si è neanche messo un asciugamano attorno ai fianchi, è entrato nudo nelle docce dello spogliatoio della palestra del Congresso, è andato dritto verso la sua preda, che ignara si insaponava fischiettando, le ha puntato il dito sul petto e ha cominciato a blaterare insulti, parolacce, anatemi, minacce. Poi si è voltato, è entrato nella doccia di fianco, ha aperto l’acqua e ha iniziato a lavarsi. Rahm Emanuel, chief of staff di Barack Obama, è così come lo rappresentano, magro e nervoso, cinico e spregiudicato, cattivissimo. La vittima, in questo caso, era un deputato democratico di New York, Eric Massa.

13 MAR 2010

Il Rahm è nudo

Rahm Emanuel, capo dello staff del presidente americano Barack Obama, ha lasciato l'incarico alla Casa Bianca per candidarsi a sindaco di Chicago. Prenderà il suo posto ad interim Pete Rouse, capo dello staff di membri del Congresso. Guarda il video delle dimissioni da Msnbc.com

11 MAR 2010
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