Il deputato trasandato e antiputiniano che ora è accusato, guarda un po’, di corruzione Ilya Ponomaryov ha 39 anni, è nato a Mosca, lo definiscono “neotrotskista”, lui dice di essere un “socio-globalista”, non gli piace il mondo americanocentrico, detesta il G8, la World Trade Organization, il Fondo monetario internazionale, ma detesta anche l’autoritarismo di Vladimir Putin. 09 APR 2015
“Un buco infernale” La guerra al campo di Yarmouk spiega la strategia dell’Is, l’incertezza occidentale e la debolezza di Assad 08 APR 2015
Guardare John Kerry e capire che se sparecchi una volta di troppo, poi ti toccherà farlo per sempre 07 APR 2015
Dentro a Politico Europe, il disruptor dei media di Bruxelles Vi sentite come Uber? Assolutamente sì, “ma senza le proteste”. I numeri, i progetti, le sveglie notturne e il “killer instinct” dello sbarco europeo del giornale che ha rivoluzionato Washington. 03 APR 2015
Negoziati last minute Con l’Iran si lavora alla “nuova fase”, Riad ha già pronta la sua offensiva Nella trattativa sul nucleare di Teheran, la star russa Lavrov è rassicurante. I sauditi sistemano le pedine sul campo. Occhio al prezzo del petrolio. 31 MAR 2015
Quanto è bella la piazza tunisina che ci ricorda per cosa combattiamo Da Parigi a Tunisi, con i buchi nei muri che restano. Nel giro di tre mesi, lo jihadismo ha colpito il cuore dell’Europa e l’unica democrazia araba che non ha sprecato la sua primavera. 31 MAR 2015
Il presidente che ha cambiato il mondo ubriacandosi e quello che sente sempre odore di spazzatura 31 MAR 2015
Hirsi Ali, una Lutero per l’islam Non sottomessa, infedele, nomade, eretica. Ayaan Hirsi Ali è tutto questo, e molto di più, forse semplicemente “un’eroina”, come disse l’intellettuale Christopher Hitchens quando gli chiesero chi erano le eroine della sua vita. 28 MAR 2015
Il sogno violato della Nigeria Boko Haram, la corruzione, la svalutazione, il petrolio giù. Alle elezioni di sabato tira aria da “failed state”. Ma ci sono alcune risorse, che non si trovano solo nei libri. 27 MAR 2015
Fukuyama chiude il cerchio ideologico della politica estera di una sinistra che non vuole più salvare il mondo E’ più utile scegliere la strada del contenimento del terrorismo e dell’“offshore balancing”, una politica estera fatta di alleanze flessibili, senza amici e nemici stabili, ma scelti di volta in volta sulla base delle esigenze di sicurezza del momento. E’ questa la proposta dell'intellettuale americano. 24 MAR 2015