Il morto era vivo Far pace con l’idea che siamo cugini degli scimpanzé è difficile, ma mai quanto ammettere di aver vissuto in un paese i cui destini sono stati appesi per anni a un magistrato che, alla domanda su cosa sia l’errore giudiziario, risponde così: “Io accuso lei di omicidio e il ‘morto’ è vivo. Questo è un errore giudiziario”. Definizione alquanto restrittiva, da cui si deduce che l’ultimo infortunio risale agli anni Cinquanta del secolo scorso: il caso di Salvatore Gallo, condannato all’ergastolo per aver ucciso il fratello che però – sorpresa! – era vivo e pimpante. 16 NOV 2013
Lager Gomorra Per diventare cuoco ad Auschwitz devi saper tirare di boxe, spiegò a Primo Levi un medico ungherese dopo l’arrivo nel campo, perché ti capita di dover stendere a pugni chi allunga le mani sui viveri. Chissà, dopo un tale apprendistato, come Levi avrebbe schivato il micidiale uno-due che gli è piovuto addosso in questi giorni. Prima Gad Lerner che gli mette in bocca l’espressione “razza ebraica”, un colpo sotto la cintola di quelli che l’arbitro dovrebbe espellerti da tutti i ring del regno; poi l’abbraccio di un pugile più leale, Roberto Saviano – ma un abbraccio nella boxe è insidioso, serve a impacciare i movimenti dell’avversario. 09 NOV 2013
Tweet da orbi Sono rapaci, le dicerie: scelgono una preda, la braccano, la spolpano, vi si accaniscono finché non se ne annoiano, poi la lasciano lì a marcire e via, a inseguirne un’altra. Questo non toglie che vi siano specie prese di mira più di altre. “L’eterno ritorno delle voci è il destino dei capri espiatori”, scriveva Jean-Noël Kapferer in un libro sui più antichi media del mondo, “Le voci che corrono”. “In occidente gli ebrei hanno costituito il modello ideale di capro espiatorio, il bersaglio immediato delle voci: dal presunto avvelenamento dei pozzi durante le epidemie di peste dal 1348 al 1720 fino al sospetto di omicidio rituale”. 02 NOV 2013
Strizzacervelli Rep. Non temo il Berlusconi in sé, temo il Berlusconi in me. E più ancora temo il Berlusconi in certi editorialisti di Repubblica, dove si è annidato in modi che l’antica demonologia avrebbe catalogato senza indugi come possessione, predisponendo i riti e le formule del caso. Ma già che l’esorcismo non è più di moda, occorrerà affidarsi al suo moderno surrogato, la psicoanalisi. Solo nella Vienna del primo Novecento, dobbiamo riconoscerlo, circolavano ingegni in grado di illuminare i documenti clinico-giornalistici che abbiamo potuto leggere in questi giorni, a opera di pazienti che non sfigurerebbero accanto ad Anna O., all’Uomo dei topi o al piccolo Hans. 26 OTT 2013
Pifferi e tromboni Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Gran bella frottola, e che sia attestata in Orazio non la rende meno frottola. Soprattutto, un alibi formidabile per noi pigri. Io, per esempio, ho un carnet di titoli eccellenti per libri che non scriverò mai. Due riguardano gli intellettuali italiani nell’ultimo ventennio. Il primo si riallaccia a Julien Benda: “Il rodimento dei chierici”. Si tratterebbe di mostrare come le passioni politiche, via via degenerate in accanimenti, poi in ossessioni, infine in ripicchi e capricci puerili abbiano portato all’accartocciarsi su di sé, se non all’incarognirsi, di scrittori un tempo stimabili. 19 OTT 2013
Carta & Psyco Il rapporto di Libertà e Giustizia, MicroMega e affini con la Costituzione ricorda da vicino quello di Norman Bates con l’anziana madre in “Psyco”: un feticcio incartapecorito che li scruta dai piani alti dell’antica dimora, e a cui si volgono con un misto di devozione filiale e sottomissione masochistica. Davanti alla vecchia impagliata con le orbite vuote non sanno che dire, ammirati: “Sei la più bella del mondo, mamma”. La più bella e la più giovane, e guai a insinuare che forse la signora Bates mostra qualche segno di decomposizione: “La Costituzione in questi anni è stata ben viva”, si legge nell’appello della manifestazione “La via maestra”, convocata per oggi a Roma. 12 OTT 2013
Friedländer, il porcile delle pulsioni di Kafka e l’uso improprio di Freud Non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra: precetto inappuntabile, se non fosse che spesso la sinistra non è che la destra vista allo specchio. Vale anche per i libri e per i loro autori. Con la mano destra Saul Friedländer ha scritto opere come “Nazi Germany and the Jews”, guadagnandosi la reputazione di grande e originale storico della Shoah; con la sinistra, trent’anni fa, licenziò un pamphlet straordinario e quasi dimenticato, “Réflets du nazisme”, dove frugava tra i film e i romanzi degli anni Settanta che avevano estratto dal nazismo il veleno di un kitsch erotico e mortuario. 15 SET 2013
La vispa Michela L’una ha scritto “Volevo essere una farfalla”, l’altra voleva acciuffare gentil farfalletta; per il resto, non si notano differenze apprezzabili tra Michela Marzano e la Vispa Teresa. E chi si accanirebbe contro la Vispa Teresa? Non stilleremo una sola goccia di sarcasmo sull’ultimo libro della filosofa e deputata, “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore”, che Utet pubblica in questi giorni. Ma un innocente gioco di contrappunto questo sì, sarà istruttivo per illuminare un meccanismo che va ben al di là del libro e della sua autrice. 02 SET 2013
Ultimo treno per la giustizia Va a finire – non sarebbe la prima volta – che il più savio di tutti è un vecchio matto con gli occhi spiritati da sciamano e la coda di cavallo. Marco Pannella sta offrendo, con i referendum, il biglietto per l’ultimo treno. Non certo l’ultimo treno per Berlusconi, che non ha più neppure il passaporto, e il cui potente salvacondotto si è rivelato fantomatico più dell’arma segreta di Hitler. No, il fischio del capostazione annuncia l’ultimo treno per la riforma della giustizia, il solo salvacondotto che conti per l’Italia, il “grande veicolo” su cui salire tutti. L’ultimo, si badi: non ci saranno a breve altre partenze, e a quel punto toccherà farsela a piedi, e ci vorranno anni o decenni. Leggi l'intervista a Marco Pannella di Marco Valerio Lo Prete - Leggi La soluzione Pannella , l'editoriale di Giuliano Ferrara 24 AGO 2013
Ecco i sette eroi della guerra al Monopoly contro l’Umorista collettivo Onore alla Brigata leggera, onore ai sette deputati del Pd che con una lettera all’ambasciatore degli Stati Uniti hanno dichiarato guerra al nuovo Monopoly, dove il mattone cederà il passo alla speculazione in Borsa e i manigoldi la faranno franca, perché non ci sarà più la casella della prigione. Onore ai sette eroi, e non tanto perché hanno sfidato la multinazionale del giocattolo Hasbro, ma perché si sono offerti a petto nudo al fuoco dell’Umorista collettivo che presidia la valle dei social network con schiere ben più folte e agguerrite dei russi a Balaklava. Un nuovo Tennyson celebrerà un giorno la loro impresa 23 AGO 2013