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La crisi europea non è finita/2

Il malato d’Europa

La Francia non uscirà dalla crisi economica almeno fino al 2016. A dirlo non è Moody’s, l’agenzia di rating che lunedì ha cacciato la Francia dal suo club della tripla A, unendosi al coro di avvertimenti sui mali economici che colpiscono la seconda economia della zona euro. Per Moody’s, che ha tagliato il rating da AAA a Aa1, la Francia soffre di “una sostenuta perdita di competitività”, di “rigidità nei mercati del lavoro, dei beni e dei servizi”, di “un calo della domanda interna ed esterna”, e dell’eccessiva esposizione alla periferia della zona euro “attraverso il suo sistema bancario”.

21 NOV 2012

Il sonno dei mercati genera mostri

Al primo vertice senza la pressione dei mercati, al primo confronto serio sulla futura architettura della zona euro, i leader europei hanno fatto emergere le loro divisioni su come costruire l’Unione economica e monetaria 2.0, la nuova versione della zona euro. Da una parte c’è la Germania, disponibile a compiere altri gesti di generosità, ma a condizione che gli altri partner accettino una zona euro federalizzata per riparare le falle della costruzione originaria della moneta unica. Leggi Monti contro l’abbraccio corporativo di Marco Valerio Lo Prete

18 OTT 2012

L’Aia sorride ai falchi d’Europa

Dovevano essere le elezioni della disfatta dell’Europa e della sua gestione della crisi, una ripetizione del referendum del 2005 nel quale il 61,54 per cento degli olandesi aveva detto “no” al progetto di trattato costituzionale europeo. Il voto del 12 settembre era stato annunciato come precursore di quel che avrebbe subito il resto di un continente incapace di uscire dalla crisi della zona euro: un’ondata di populismo di destra e di sinistra, contrario all’austerità in patria e alla solidarietà all’estero. E invece, “a Bruxelles stanno festeggiando”, come ha detto Geert Wilders.

20 SET 2012

Arriva il do ut des

Ecco il grand bargain tra Draghi e Merkel che (forse) salverà l’euro

L’annunciata tempesta di agosto non c’è stata e nei corridoi comunitari si respira aria di ottimismo grazie alla promessa della Banca centrale europea di fare quanto è necessario per salvare l’euro. I comitati tecnici della Bce sono al lavoro sul nuovo programma di acquisti di bond, che dovrebbe essere lanciato dal Consiglio direttivo il 6 settembre. In un’intervista all’Irish Times, il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha confermato l’alleanza tra Mario Draghi e Angela Merkel per stabilizzare la zona euro: “Alcuni dicono che la Bce stia violando il suo mandato. Io non la penso così”. Leggi Il bollettino della crisi

25 AGO 2012

Sorpresa, pure la rigorosa Olanda teme un eccesso di austerità

Falchi dell’austerità fuori dai propri confini, anti austerità in patria, ma con il rischio di diventare una nuova Irlanda. Gli olandesi che si preparano per le elezioni del 12 settembre – lo stesso giorno in cui la Corte costituzionale tedesca deciderà sul Fondo salva stati – sono intrappolati in una delle contraddizioni più difficili da risolvere, da quando è scoppiata la crisi della zona euro: ingoiare la stessa pillola amara imposta al sud Europa è politicamente devastante, ma può essere necessario per non fare la stessa fine di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna o Italia.

23 AGO 2012

Oltre il dossier Grecia

Non è più la Merkel ma Hollande la chiave di volta dell’eurocrisi

Più della Corte di Karlsruhe, più dell’intransigenza ideologica della Bundesbank, più di “Frau nein” Merkel, il principale ostacolo al grande piano di Mario Draghi per salvare la zona euro rischia di essere François Hollande. Appena tornato dal Fort de Brégançon, il presidente francese si è ritrovato nel mirino della stampa amica per le sue vacanze un po’ troppo “normali” di fronte al ritorno della recessione, alle banlieue di nuovo in fiamme, alla crisi dell’euro e alla Siria.

22 AGO 2012

Il groviglio tecno-politico che avvolge lo scudo anti spread

Lady Spread ha ricominciato a picchiare duro, superando questa mattina quota 520. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, venerdì era tornato a lamentare “le insufficienze nella governance della zona euro”. Le decisioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno “devono tradursi in meccanismi operativi”, aveva spiegato Monti in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’Eurogruppo venerdì ha approvato il piano di aiuti da 100 miliardi a favore delle banche spagnole.

23 LUG 2012

Dopolavoro brussellese

Monti prepara l’Italia al salvataggio (lieve) dell’euro e di se stessa

C’è la “volontà di fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta – ha detto ieri Mario Monti – e far progredire il progetto politico europeo”, certo. Ma intanto per la prima volta da quando ha avviato la sua campagna per lo scudo anti spread, il presidente del Consiglio non ha escluso che l’Italia possa farvi ricorso in caso di peggioramento della situazione sui mercati. “Sarebbe ardito dire che l’Italia non avrà mai bisogno di aiuti di questo o quel fondo: il principio di prudenza induce a non dirlo”. Leggi il Bollettino della crisi - Leggi La legge elettorale serve, la prospettiva montiana di più

11 LUG 2012

Vertice dopo vertice

Così l’Europa tenta di tornare alla testa dei mercati imbizzarriti

L’integrazione politica, economica e finanziaria necessaria a salvare la zona euro rischia di essere più lenta del processo di disintegrazione della moneta unica. I ministri delle Finanze dell’Eurogruppo ieri hanno faticosamente cercato di fare passi avanti sui dettagli dell’accordo raggiunto al vertice europeo del 28 e 29 giugno sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole e il meccanismo anti spread chiesto dall’Italia. Ma i mercati sembrano aver fiutato un possibile fallimento, mentre l’Eurogruppo è già pronto a riconvocarsi il 20 luglio e si parla di nuovi vertici dei capi di stato e di governo. Leggi Bollettino della crisi

10 LUG 2012

L'accordo raggiunto a Bruxelles abbassa lo spread e alza le borse

La boria di Hollande s’è infranta sulla cassaforte tedesca

Al suo secondo vertice europeo anche François Hollande si è dovuto arrendere all’evidenza: nella crisi della zona euro è la tedesca Angela Merkel a tenere tutti i cordoni della borsa. Piaccia o meno, la Germania è il paese più forte e ricco, dove gli investitori si rifugiano anche a costo di sborsare qualche decimo di punto di interesse. Piaccia o meno, nulla si può decidere senza il benestare della cancelliera e le centinaia di miliardi che solo Berlino è in grado di iniettare per il salvataggio dell’euro. Leggi Vertice Ue: raggiunto l'accordo - Leggi Bollettino della crisi - Leggi Angela e demoni di Maurizio Milani

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